Translate

domenica 16 settembre 2018

Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua

Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso  prenda la sua croce e mi segua
Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35.

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?».
Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».
Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.
Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà».

venerdì 14 settembre 2018

14 settembre - Esaltazione della Croce

Esaltazione della santa e vivificante Croce
Il 14 settembre le Chiese Cristiane la festa dell'esaltazione della Santa e Vivificante Croce in ricordo dell'innalzamento di Cristo sulla Croce e dell'ostensione del suo corpo sacrificale. Il14 settembre  del 327, Sant'Elena madre di San Costantino il Grande, isapostolo ed imperatore romano, ritrovò la vera croce di Gesu, comprensiva del titulus crucis (il cartello in ebraico, greco e latino che riportante "Gesù Nazareno Re dei Giudei" o INRI) a Gerusalemme. In ricordo di tale ritrovamento il Patriarca di Gerusalemme, ogni anno innalzava la croce di fronte al popolo per la venerazione dei fedeli. La vera croce di Gesù fu conservata a Gerusalemme fino al 1187, quando le armate mussulmane del generale sunnita curdo Ṣalāḥ ad-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb (Saladino), Sultano d'Egitto, Siria, Yemen e Hijaz e fondatore della dinastia degli Ayyubidi, il più grande stratega e condottiero della storia dell'Islam, conquistò la Città Santa e se ne persero le tracce.

Pubblichiamo una Omelia sulla Croce di San Giovanni Crisostomo:
«I Re togliendosi il diadema prendono le croci, il simbolo della morte del loro salvatore; sulla porpora, la croce; nelle loro preghiere, la croce; sul sacro altare, la croce; in tutto l'universo, la croce. La croce risplende più chiara del sole.»

Pubblichiamo altresì una preghiera scritta da Francesco Russo, Gran Priore della Confraternita dei Cavalieri Templari "Ugone dei Pagani"

mercoledì 5 settembre 2018

Italia ortodossa: L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la ver...

Italia ortodossa: L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la ver...: L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la verità? (di  Roberto de Mattei ) L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha portato alla ...

L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la verità?

L’arcivescovo Viganò: punito per aver detto la verità?

(di Roberto de Mattei) L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha portato alla luce l’esistenza di una rete di corruzione in Vaticano, chiamando in causa i responsabili, a cominciare dalle supreme autorità ecclesiastiche, sarà punito per aver detto la verità? Papa Francesco sta esaminando questa possibilità, se è vero, come confermato da più fonti, che ha consultato il cardinale Francesco Coccopalmerio, e qualche altro canonista, per studiare le possibili sanzioni canoniche da irrorare nei confronti dell’arcivescovo, a cominciare dalla sospensione a divinis.
Se la notizia fosse confermata sarebbe di una gravità estrema, e anche un poco surreale, dal momento che l’“esperto” convocato per sanzionare mons. Viganò sarebbe proprio quel cardinale Coccopalmerio, che viene accusato dall’ex nunzio negli Stati Uniti di far parte della “lobby gay” che spadroneggia in Vaticano.
Non si può dimenticare del resto che il segretario del cardinale, mons. Luigi Capozzi, è coinvolto in un caso di orge gay, in cui deve essere ancora chiarita la posizione del suo superiore. Ma il problema di fondo naturalmente è un altro. La Chiesa cattolica, in quanto società visibile, è dotata di un diritto penale, che è il diritto che Essa possiede, di sanzionare i fedeli che hanno commesso violazioni della sua legge.
Occorre distinguere, a questo proposito, tra peccato e delitto. Il peccato riguarda una violazione dell’ordine morale, il delitto una trasgressione della legge canonica della Chiesa, che è diversa naturalmente dalla legge civile degli Stati.
Tutti i delitti sono peccati, ma non tutti i peccati sono delitti. Vi sono delitti comuni alla legislazione civile e a quella canonica, come il reato di pedofilia, ma altri delitti sono tali solo per il diritto canonico e non per quello penale degli Stati.
L’omosessualità e il concubinaggio, ad esempio non sono considerati crimini dalla maggior parte degli Stati contemporanei, ma restano gravi delitti per il clero che vi incorre e come tali sono sanzionati dal Diritto canonico. Delitto infatti non è ogni azione esterna che viola una legge, ma solo quella violazione per la cui inosservanza è prevista una sanzione,secondo il principio del nullum crimen, nulla pena sine lege.
Il Codice di Diritto canonico, come ha recentemente ricordato padre Giovanni Scalese nel suo blog Antiquo Robore, considera delitto non solo l’abuso contro i minori, ma anche altri peccati contro il sesto comandamento, quali il concubinaggio e la situazione scandalosa, che comprende l’omosessualità (canone 395 del Nuovo Codice).
Queste distinzioni non sembrano chiare a papa Francesco, che proclama la “tolleranza zero” contro i reati civili, quali la pedofilia, ma invoca il “perdono” e la misericordia per i “peccati di gioventù”, quali l’omosessualità, dimenticando la presenza di questo delitto nelle leggi della Chiesa. Ma poi, e qui sta la contraddizione, le leggi della Chiesa vengono invocate per colpire, non il clero immorale, ma chi denuncia l’immoralità del clero, come mons. Carlo Maria Viganò, che nella sua testimonianza non ha fatto che muoversi sulla linea dei riformatori della Chiesa, da san Pier Damiani a san Bernardino da Siena, grandi fustigatori della sodomia.
Qual’è la ragione della punizione canonica che si vorrebbe applicare al coraggioso arcivescovo? Papa Francesco potrebbe rispondere, come nella favola di Fedro: non ho bisogno di dare ragioni, lo punisco Quia nominor leo, perché sono il più forte.
Ma quando l’autorità non è esercitata per servire la verità diventa abuso di potere, e la vittima dell’abuso di potere acquisisce una forza che nessuno potrà togliergli: la forza della Verità. In questo momento tragico della vita della Chiesa, la prima cosa che, non solo i cattolici, ma l’opinione pubblica di tutti il mondo chiede agli uomini di Chiesa è di “vivere senza menzogna” per usare una celebre espressione di Solgenitsin. Il tempo delle dittature socialiste è finito e la verità è destinata ad imporsi. (Roberto de Mattei)

fonte: https://www.corrispondenzaromana.it/larcivescovo-vigano-punito-per-aver-detto-la-verita/

lunedì 3 settembre 2018

Italia ortodossa: Anche l'Italia ha il suo padre Martin e il Pride c...

Italia ortodossa: Anche l'Italia ha il suo padre Martin e il Pride c...: Anche l'Italia ha il suo padre Martin e il Pride cattogay di Enrico Zeni Il gesuita padre Pino Piva sta facendo in Italia lo...

Anche l'Italia ha il suo padre Martin e il Pride cattogay

Anche l'Italia ha il suo padre Martin e il Pride cattogay




di Enrico Zeni
Il gesuita padre Pino Piva sta facendo in Italia lo stesso lavoro di padre James Martin: in nome della pastorale, dell’accoglienza e del discernimento, arriva a giustificare gli atti omosessuali. E sarà protagonista, insieme a Martin, del Forum dei cristiani Lgbt che, da alcuni anni, si svolge ad Albano Laziale, il cui vescovo Semeraro è un grande sponsor dell'iniziativa.

fonte: http://lanuovabq.it/it/anche-litalia-ha-il-suo-padre-martin-e-il-pride-cattogay