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lunedì 23 dicembre 2019

La Chiesa Ortodossa Italiana augura a tutti BUON NATALE

La Chiesa Ortodossa Italiana augura a tutti 
BUON NATALE
E si coglie l'occasione per informare che è stato attivato il sito: 

www.chiesa-ortodossa.com 

Aiutate la Chiesa nelle opere di carità ed evangelizzazione, nonché a stampare i libri di preghiera per i fedeli con una donazione:


C.C.B. 103887904 - intestato a Chiesa Ortodossa Italiana
IBAN:  IT59H0200805218000103887904

venerdì 20 dicembre 2019

Libertà Religiosa in Italia

La libertà religiosa in Italia  
Problemi e prospettive
Convegno "Internacional Religious Freedom Roundtab"
Intervento di mons. Filippo Ortenzi, vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana

Su iniziativa del senatore Lucio Malan, si è svolta, presieduta dal dott. Massimo Introvigne, Presidente del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) la Terza Tavola Rotonda Italiana sulla Libertà Religiosa dal titolo: LA LIBERTA' RELIGIOSA IN ITALIA: PROBLEMI E PROSPETTIVE.  La Tavola Rotonda si è svolta venerdì 19 dicembre alle ore 15 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, messa a disposizione dal Senato della Repubblica.  L'iniziativa è stata promossa dalla sezione italiana della International Religious Freedom (IRF) Roundtable.

Il dott. Massimo Introvigne e il sen. Lucio Malan

Dopo l'introduzione del sen. Lucio Malan, che ha ricordato di essere un fedele della Chiesa Valdese, una comunità per secoli perseguitata e discriminata, che non poteva né aprire Chiese né acquistare immobili, al di fuori del loro ghetto valligiano (Val Pellice, Val Chisone e Valle Germanasca, tutte in Piemonte - Città Metropolitana di Torino n.d.r.) ha moderato gli interventi il dott. Massimo Introvigne, uno dei massimi esperti di religioni a livello mondiale. Numerosi sono stati gli interventi, da parte di rappresentanti dell'Alleanza Evangelica Italiana, della Chiesa di Dio Onnipotente con seguaci tra la comunità cinese, della Chiesa Ortodossa Rumena, di rappresentanti della religione induista vaisnava (Hare Krisna), dei buddisti della Soka Gakkai e di movimenti esoterici come i Rosa+Croce e l'Archeosofia, di nuovi movimenti religiosi come Scientology o i Mormoni fino ai seguaci del Movimento Raeliano. Erano presenti anche diversi professori universitari di cattedre di diritto canonico e inter-religioso di Roma e Napoli ed esponenti di associazioni quali la Federazione Europea per la Libertà di Credo ed altre ancora. Va segnalata anche la presenza di rappresentanti di minoranze islamiche eterodosse, come la Coreis dell'imam Pallavicini (sufi) e un Imam dell'Ahmadiyya una confessione islamica perseguitata come apostata in Pakistan (dove è nata) e in buona parte dei paesi islamici. Tra le proposte della Tavola Rotonda ci sono state quella dell'istituzione di un garante per la libertà religiosa che, come proposto dall'accolito cattolico torinese Luciano Saroglia vede come candidato ideale il dott. prof. Massimo Introvigne la cui competenza in materia è apprezzata a livello internazionale. 
Luciano Saroglia con mons. Filippo Ortenzi
Molti relatori hanno evidenziato l'anacronismo di una legge come quella dei Culti Ammessi  (Legge 24 giugno 1929 n. 1159) creata in epoca fascista soprattutto per regolamentare le uniche due comunità non cattoliche allora presenti in Italia: quella valdese e quella ebraica, e della necessità di una legge sulla libertà di culto, più volte promessa dalla classe politica, ma mai promulgata. Si è ricordato che prima della guerra i rapporti tra lo Stato e le comunità religiose dell'Impero (ebrei, musulmani, ortodossi, evangelici ecc.) dipendevano dal Ministero della Giustizia e del Culto mentre ora dipendono dal Ministero dell'Interno come se la tutela delle libertà civili e religiose fosse una questione meramente securitaria.
Alcuni relatori sono intervenuti per denunciare che il Ministero dell'Interno ha varato una squadra anti-sette che ha quale consulente principale un sacerdote cattolico esorcista che determina quale comunità religiosa sia o no una setta e come alcune regioni, come la Toscana, avevano addirittura costituito un Osservatorio sui Culti Abusanti che prendeva di mira soprattutto i seguaci di Scientology e dell'Archeosofia. 
Mons. Filippo Ortenzi nel suo intervento ha denunciato la censura anti-cristiana di Facebook che banna blog cristiani come Italia Ortodossa e l'ostilità manifestata da taluni vescovi (come quello di Frosinone-Ferentino) verso le minoranze cristiane e in particolare contro la nostra comunità ciociara di Valle Paradiso.
Tra le proposte scaturite dalla Tavola Rotonda, segnaliamo: 
- l'istituzione di  un Garante per la Libertà Religiosa; 
- la creazione di un Museo delle Religioni (proposta avanzata dall'avv. Francesco Curto del Comitato FedeInsieme nonché membro del Tribunale Nazionale Ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Italiana);
- la creazione di Commissioni  come sulla preparazione di proposte legislative specifiche sulla libertà di religione e l'accoglienza di esuli fuggiti da paesi dove subiscono persecuzioni religiose (es. Amhadi in Pakistan, Bahai in Iran, cristiani in Somalia ecc.)
Il sen. Lucio Malan 

martedì 17 dicembre 2019

Importante riconoscimento a don Francesco Russo, barone di Cortimpiano e marchese di San Lorenzo, Gran Priore della Confraternita dei Cavalieri Templari "Ugone dei Pagani"

Importante riconoscimento a don Francesco Russo, barone di Cortimpiano e marchese di San Lorenzo, Gran Priore della Confraternita dei Cavalieri Templari "Ugone dei Pagani"
Don Francesco Russo con l'icona di Sant'Ugone dei Pagani
Sua grazia don Francesco Russo di Cortimpiano e di San Lorenzo è una persona di grande spiritualità che ha la non comune dote di far sgorgare dal cuore delle parole intrise di una poesia dal forte significato religioso. Devotissimo di Ugone dei Pagani, il nobile normanno di Cortimpiano (località Nocera Paganorum - attuale Nocera) fondatore e primo Gran Maestro dei Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone (Templari). 
Grazie al suo impegno è riuscito a far dedicare una via ad Ugone dei Pagani dal Comune di Pagani (SA) e, si è fatto promotore della postulazione del Santo, che è stato glorificato a Todi (PG)  nel settembre 2016.
Numerose sono le pubblicazioni, le poesie  e gli inni che ha scritto il nostro, sia in italiano che dialetto locale, tra i quali segnaliamo "L'AMMORE E' 'A FORZA D' 'A VITA - L'AMORE E' LA FORZA DELLA VITA" editato dalle Edizioni Nord-Sud.
Ma soprattutto il motivo per il quale l'Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghirita lo ha riconosciuto come INNOGRAFO è per i magnifici Inni religiosi che ha scritto (per il Natale, per i Cavalieri, in memoria di mons. Adeodato Mancini, in onore di Sant'Ugone dei Pagani ecc. ecc.). A riprova della sua innografia riportiamo un inno che ha scritto per la Festa della Santa e Vivificante Croce.
Qui sotto riportiamo l'attestato che la Chiesa Ortodossa Italiana e l'Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghiorita ha rilasciato a don Francesco Russo di Cortimpiano e San Lorenzo.

venerdì 13 dicembre 2019

Incardinazione nuovo sacerdotale e attivazione della parrocchia "San Martino di Tours" a Torino

Incardinazione nuovo sacerdotale e attivazione della 
Parrocchia "San Martino di Tours "a Torino


San Martino di Tours, Santo al quale è stata dedicata la Parrocchia di Torino

Il Piemonte, regione che ha visto nascere la nostra Chiesa, fondata in provincia di Cuneo ne giugno  2014, vede, nel giro di pochi giorni, l'attivazione di una nuova Parrocchia.  Grazie alla disponibilità del sig. Giuseppe Frecchio, uomo libero e di buoni costumi, animato da spirito di fratellanza ed attivo nel perfezionamento umano, evoluzione interiore e per la comunione ed amore fraterno, la nostra comunità potrà disporre di un luogo di culto ed incontro nel centralissimo Corso Matteotti, non lontano dalla Stazione Ferroviaria di Torino Porta Nuova.


      Qui sopra è riportata una foto di Giuseppe Frecchio a Kruja, in Albania, città nota perché nel 1450 resistette per ben cinque mesi alle armate turco-mussulmane  e  che  diede i natali a Giorgio Castriota Skanderbeg, principe albanese e Re dell'Epiro,  atleta di Cristo  e  difensore della Fede, che lottò per anni contro l'invasione turca e l'islamizzazione dell'Albania.
     Per il suo impegno, la sua competenza e disponibilità Giuseppe è stato dichiarato Diacono eletto della nostra Chiesa e verrà ordinato appena terminati gli studi di Liturgia Pastorale presso la nostra Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghiorita.
      A dirigere la comunità parrocchiale di Torino, è stato chiamato Padre Emanuele Ferrero, un sacerdote che, non condividendo più la politica oggettivamente eretica di Papa Francesco, ha abbandonato l'Oscura Chiesa delle Tenebre (copyright la Beata Caterina Emmeriz, che nel '700, predisse l'eresia della Chiesa Cattolica "quando a Roma ci fossero stati contemporaneamente due Papi") per continuare con noi la sua vocazione sacerdotale ed aiutarci ad evangelizzare ila nostra Nazione, sempre più secolarizzata e scristianizzata.



La scelta di dedicare a San Martino di Tours la comunità parrocchiale di Torino è dovuta alla figura del Santo, militare e cavaliere delle Scholae imperiali. Figlio di un legionario romano, nacque a Sabaria in Pannonia (ora Ungheria) ma svolse il suo servizio militare e pastorale in Gallia (attuale Francia). Narra l'agiografia del Santo che nel rigido inverno del 335 incontrò un mendicante seminudo e che, impietositosi, tagliò in due il suo mantello della guardia imperiale, condividendolo col mendicante. - "La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro" (da Vikipedia) - Il mantello miracoloso entrò nella collezione dei Re di Francia e l'oratorio reale dove si custodiva il suo mantello corto (cappella) prese il nome di Cappella e i sacerdoti che lo custodivano: cappellani. 
Francobollo tedesco dedicato al Santo

Anche se molti lo ignorano, San Martino operò anche in Italia. Nemico dell'eresia ariana è stato a Milano e poi in Liguria, dove ha vissuto per oltre quattro anni, tra Albenga e l'isola di Gallainara, in quest'ultima località insieme a San Ilario di Poiltiers. Tornato in Gallia e fattosi monaco fondò vari monasteri, uno dei primi a Ligugé e successivamente vescovo di Tours, dove si adoperò nella lotta contro l'arianesimo e per la conversione delle popolazioni locali, dove era ancora significativamente diffuso il paganesimo. Il culto del Santo è diffuso in tutta la cristianità senza distinzioni di Chiese, è perciò un santo universale, ricordato come cavaliere, monaco, taumaturgo, teologo ed evangelizzatore e Patrono della Francia e dell'Ungheria.


lunedì 9 dicembre 2019

Ordinazione sacerdotale e nuova parrocchia a Manta (CN)

Ordinazione sacerdotale e nuova parrocchia a Manta (CN)
Padre Stefano nel momento dell'Ordinazione Sacerdotale
La provincia di Cuneo è stata la provincia che ha dato i natali alla nostra Chiesa, fondata a San Paolo frazione di San Michele Mondovì l'8 giugno del 2014. Tra i primissimi che aderirono alla Chiesa vi fu Stefano Garzino, in quell'anno ordinato ipodiacono e consacrato Diacono nell'autunno dello scorso anno. Padre Stefano, che dirige una piccola associazione templare collegata con l'Ordine Monastico Templare "Pietà del Pellicano" è una persona attiva nel campo sociale e dell'associazionismo. 
Padre Stefano Garzino
Uomo del popolo - di mestiere fa l'operaio - e di grande spiritualità - è stato ordinato da sua Eminenza Filippo, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, unitamente a due diaconesse - Madre Bardara (nella foto con Padre Stefano) e madre Lucrezia.
Padre Stefano e Madre Maria, diaconessa e Consorella dell'Ordine Monastico Templare "Pietà del Pellicano" 
Padre Stefano, Padre Giacomo e Madre Lucrezia


Padre Stefano, oltre a dirigere la Parrocchia di San Gabriele Arcangelo di Manta (CN) è stato, grazie alla sua dedizione e competenza specifica, chiamato anche a dirigere la Cancelleria dell'istituenda Diocesi di Saluzzo Seborga.
Chiesa comunale di Manta dove si riunisce la nostra comunità religiosa locale



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mercoledì 4 dicembre 2019

Intercomunione tra la Chiesa Ortodossa Italiana e la Chiesa Apostolica di Tradizione Ortodossa della Colombia

Intercomunione tra la 
Chiesa Ortodossa Italiana 
e la Chiesa Apostolica di Tradizione Ortodossa 



E' stata sottoscritta, tra la     Chiesa Ortodossa Italiana, rappre-sentata   da    mons.  Filippo  Ortenzie  la  Iglesia  Apostolica Tradicion Ortodoxa -  I.A.T.O.   della Colombia,  rappresentata  dal mons.  Josué,     in   obbedienza alla parola di Nostro Signore  Gesù   Cristo      “perché tutti siano una cosa sola      (Giovanni XVII,20) ed in base alla totale osservanza   dei Santi Canoni della  Santa    Chiesa    Ortodossa,       la piena intercomunione  sacrale,  
liturgica  e canonica tra le nostre Chiese. 
Le nostre Chiese  mantengono  una  comunità  di  fede    assoluta trasmessa dagli Apostoli, credono nei primi 7 concili ecumenici,
hanno valide linee di successioni apostoliche, professano in-variato il credo niceno-costantinopolitano, riconoscono i sette misteri ( sacramenti), praticano il sacerdozio per gli uomini come stabilito da nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo, scegliendo dodici uomini come suoi discepoli.

lunedì 2 dicembre 2019

Costituita la Missione Madonna della Lettera a Messina

Costituita la Missione 
Madonna della Lettera a Messina
Continua la crescita della nostra Chiesa nella Diocesi di Siracusa - Cefalù. Ad opera del nostro fratello in Cristo Andrea Lo Presti che studia Giurisprudenza presso la locale Università, è stata costituita la Missione Madonna della Lettera per i fedeli ortodossi italiani di detta città. E' una notizia importante perché Messina è stata la città siciliana dove più a lungo ha resistito la fede ortodossa ed è anche l'unica dove permane una minoranza di cittadini che conservano la lingua greca (riconosciuta come minoranza linguistica dalla legge regionale siciliana). Fondata da coloni greci calcidesi nel 757 a.C. con il nome di Zancle, la città ha preso l'attuale nome perché ivi si erano trasferiti numerosi abitanti della città greca di Messene. Per secoli Messina è stata la città più importante della Sicilia, tanto che l'imperatore Arcadio, nel 407 la nominò Protometropoli della Sicilia e della Magna Grecia. Capitale del Regno di Sicilia proclamato dal messinese Eugenio I dall'826 all'827 fu l'ultimo bastione cristiano che si oppose all'invasione saracena (musulmani tunisini) cadendo nell'878 e fu la prima città che ribellandosi facilitò con l'aiuto dei normanni la cacciata dei mussulmani. Messina è anche l'unica città al mondo dove la Madonna si è proposta e non è stata dichiarata patrona della città. Infatti nel 42 d.C., nove anni dopo la morte di Nostro Signore, una delegazione di cristiani messinesi, convertiti da San Paolo, si recò a Gerusalemme per conoscere Maria e dichiarare la propria fede in Cristo. La Madonna diede ai messinesi una lettera, che si dice sia attualmente conservata negli Archivi Vaticani. Ecco il testo della lettera:

«Umilissima serva di Dio,
Madre di Gesù crocifisso,
della tribù di Giuda,
della stirpe di Davide,
salute a tutti i messinesi
e Benedizione di Dio Padre Onnipotente.
Ci consta per pubblico strumento che voi tutti 
con fede grande
avete a noi spedito Legati e Ambasciatori,
confessando che il Nostro Figlio,
generato da Dio sia Dio e uomo
e che dopo la sua resurrezione salì al cielo:
avendo voi conosciuta la via della verità
per mezzo della predicazione di Paolo apostolo eletto
per la qual cosa benediciamo voi e la vostra città
della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice.



L'ipodiacono Andrea Lo Presti al fine di poter svolgere la sua missione è stato dichiarato degno di essere nominato Diacono ed ha ricevuto il Decreto di Diacono Eletto (in attesa di ordinazione) da parte della Cancelleria Arcivescovile.
Per completare la sua preparazione Padre Andrea si è iscritto al Corso di Liturgia Pastorale organizzato dall'Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghiorita della nostra Chiesa.


sabato 30 novembre 2019

30 novembre anniversario del martirio di Corneliu Zelea Codreanu

30 novembre anniversario 
del martirio di Corneliu Zelea Codreanu
Il 30 novembre 1938 veniva assassinato a Tâncăbești (Romania), all'età di 39 anni, Corneliu Zelea Codreanu fondatore e capo carismatico del Movimento Legionario, dal 1930 conosciuto anche con il nome di Guardia di Ferro. Fondatore nel maggio 1922 venne  dell'Associazione degli Studenti Cristiane (Asociația Studenților Creștini). Nel marzo 1923 Codreanu fu cofondatore della Lega per la Difesa Nazionale Cristiana (Liga Apărării Național Creștine), Durante tale periodo fu  ingiustamente imprigionato per ben sette mesi di prigione nel carcere di Văcărești per delle accuse cospiratorie dalle quali fu assolto. Nel maggio 1924 organizzò un campo volontario di studenti, chiamato Fratellanza della Croce (Frăția de Cruce),  interrotto dall'intervento dalla polizia che arrestò tutti i presenti.  Durante il processo, aggredito dalla polizia estrasse la pistola ed uccise il prefetto, della qual cosa fu assolto per legittima difesa. Il 24 giugno 1927,  giorno di San Giovanni Battista, Codreanu fondò la Legione dell'Arcangelo Michele (Legiunea Arhanghelului Mihail) movimento anticapitalista ed anticomunista, patriottico, che: "ha soprattutto il carattere di una grande scuola spirituale. Tendente ad accendere fedi insospettate,  e a trasformare e rivoluzionare le anime. Gridate ovunque che il male, la miseria, la rovina vengono dall'anima. L'anima è il punto cardinale sopra il quale si deve operare nel momento attuale. L'anima dell'individuo e l'anima del popolo" (Il Capo di Cuib). Non si può comprendere pienamente Codreanu senza comprendere la fede ortodossa, dove popolo e chiesa coincidono in una unità indissolubile.Nel giugno del 1930 la Legione si trasformò in Partito con il nome di Guardia di Ferro (Garada de Fier). Nel giugno del 1931 il governo demoplutocratico rumeno sciolse la Guardia di Ferro, perseguendone le sedi ed incarcerano numerosi legionari, tra i quali Codreanu. Il movimento subì feroci persecuzioni da parte dei vari governi liberali (nel 1933 furono arrestati oltre 18.000 legionari), Dopo che la magistratura, per l'ennesima volta, smontò le accuse contro i gardisti nel 1934 la Guardia di Ferro si ricostituì con il nome di Tutto per la Patria (Totul pentru Tara), che intraprese opera di aiuto alle popolazioni attraverso i campi di lavoro legionari, dove attraverso l'azione volontaria dei legionari si aiutavano le popolazioni a costruire ponti, utilizzare nuove tecniche agricole, costruire dighe, innalzare nuove Chiese ecc, Nel 1938 un colpo di stato conservatore sciolse tutti i partiti, compreso quello legionario, che alle elezioni aveva ottenuto il maggior numero di consensi, contro il quale fu scatenata una brutale repressione. Imprigionato insieme a numerosi legionari fu assassinato, unitamente ad altri 13 dirigenti del movimento legionario,  nel carcere di Doftana dai gendarmi che ebbero dal governo un premio di 30.000 lei (moneta rumena ancora in uso in detto Stato) cadauno. 
Di lui scrisse il giornalista Indro Montanelli che ebbe modo di conoscerlo:
«Era sobrio fino all'astinenza. Digiunava il martedì e il venerdì fino alle cinque del pomeriggio (…) Non si curava delle donne. E anche per questo, forse, non si curava dei suoi vestiti (…) Non aveva nessuna idea del denaro (…) Sua moglie doveva sottrargli di nascosto il denaro, quando ce n'era, per impedirgli di farne dono ai poveri e agli amici, che erano poveri anch'essi.»

giovedì 28 novembre 2019

L'avv. Ersilia Barraca nominata legale della Diocesi delle Terre di Roma e responsabile della Fraternità Ortodossa di Sutri

L'avv. Ersilia Barraca nominata legale della Diocesi delle Terre di Roma e responsabile della Fraternità Ortodossa di Sutri

L'avvocato Ersilia Barraca, del Foro di Roma, noto penalista (è stata avvocato ad es. nel processo Calvi) e matrimonialista, nonché esperta di diritto islamico e diritto internazionale comparato, è stata nominata responsabile dell'Ufficio Legale e membro del Tribunale Diocesano dell'Arcidiocesi delle Terre di Roma.
Ai sensi del Canone 88 del Codex Canonum della Chiesa Ortodossa Italiana il Tribunale Diocesano è competente:
* Ha competenze disciplinari e di giudizio e come organismo di conciliazione dei malintesi creati a l'interno del personale ecclesiastico, come anche fra i parrocchiani e il sacerdote.
*  Ha competenza nelle cause per l'annullamento del matrimonio religioso, con potere sia di  dispensa che di scioglimento del matrimonio in favore della fede (se uno dei coniugi è eterodosso).
*  Ha competenze istruttorie  nelle cause di canonizzazione relative a persone del proprio territorio, delle quali da parere al Santo Sinodo.
*  Ha competenza per le nullità, scioglimento, sospensione a divinis, riduzione allo stato laicale dei membri dell'ordine sacro o di vita consacrata.
* Tratta i delitti contro la fede, nonché i delitti più gravi commessi contro la morale e nella celebrazione dei sacramenti ed esamina altri problemi connessi con la disciplina della fede.

All'avv. Ersilia Barracca, attiva anche sul piano politico, essendo Segretario Regionale del P.A.I. - Partito Anti - Islamizzazione (da poco federato con Fratelli d'Italia), è stata affidata la cura della comunità ortodossa italiana di Sutri, ridente paese della provincia di Viterbo noto, oltre  per  avere sindaco l'on. Vittorio Sgarbi  per la leggenda di Orlando, paladino di Francia, figlio di Berta, sorella dell'imperatore Carlo Magno e del prode condottiero Milone. morto combattendo contro i mussulmani a Roncisvalle.
All'uopo il Vescovo Filippo e il Presidente Nazionale della Fraternità Ortodossa il dott. prof. ing. Ambrogio Giordano hanno nominato l'avv. Ersilia Barracca quale responsabile locale della FRATERNITA' ORTODOSSA, l'associazione di apostolato e di preghiera della Chiesa Ortodossa Italiana attiva nelle comunità priva di membri del clero.
Ai sensi del Canone 69 del Codex Canonum della Chiesa Ortodossa Italiana la Fraternità Ortodossa ha come finalità:


 * quella di promuovere l’apostolato e l'associazionismo ortodosso in collaborazione con le strutture ecclesiali della Chiesa  anche nei territori privi di clero.


giovedì 21 novembre 2019

Intercomunione con la Chiesa Cattolica Ortodossa Celtica

Sottoscritta la piena comunione con la 
Chiesa Cattolica Ortodossa Celtica 



Nuovo  importante  riconoscimento  internazionale  della Chiesa Ortodossa Italiana. Ad una settimana di piena comunione  con la Chiesa Ortodossa del Nicaragua  è stata, infatti,   sottoscritta una nuova intercomunione  tra la Chiesa Ortodossa Italiana, rappre-sentata   da    mons.  Filippo  Ortenzi,    e  la  Chiesa  Cattolica Ortodossa Celtica  -  Igreja Catolica Ortodoxa Celta,  rappre-sentata  dal  Rev. Dom  Berardo  de  Resurreicao,      in   obbe-dienza alla parola di Nostro Signore  Gesù Cristo   “perché tutti siano una cosa sola   (Giovanni XVII,20) ed in base alla totale osservanza dei Santi Canoni della  Santa  Chiesa  Ortodossa,  la piena intercomunione  sacrale,  liturgica  e canonica tra le nostre Chiese. 




lunedì 18 novembre 2019

Perché mi sono convertita alla Chiesa Ortodossa Italiana

Perché mi sono convertita alla Chiesa Ortodossa Italiana

Riportiamo un documento scritto da Olga Federica Paliani, precettore della Confraternita Templare San Giacomo de Molay della Calabria e diaconessa della Parrocchia San Silvestro protomartire di Cosenza.



Olga Federica Paliani mentre viene ordinata Diaconessa


Premetto che non nasco ortodossa. Figlia di una madre atea convinta, mi avvicinai alla fede quasi per una sorta di "ribellione". Ho cominciato a frequentare la Chiesa cattolica di nascosto, per poi affezionarmi ad essa sempre di più. Diventata autonoma, ebbi modo di professare la mia fede in Cristo in modo sempre più attivo, entrando a far parte persino di un'associazione dei fedeli. All'epoca abitavo nei pressi di Cassino, provincia di Frosinone, e il paesino in cui abitavo si trovava al "confine" di due diocesi: quella di Cassino e quella di Sora-Acquino-Pontecorvo. L'associazione dei fedeli che frequentavo apparteneva a Sora. Era un'associazione mista tra i consacrati e i laici, presieduta dal sacerdote-esorcista che era sostenuto durante il suo ministero con la preghiera collettiva. In quel periodo ero davvero felice di rendermi utile sul piano spirituale, e cercavo di fare del mio meglio nell'accogliere ed ascoltare le persone che ricorrevano al servizio del esorcista.
Non saprei dire, se era una cosa positiva o negativa, ma mi trovavo spesso al posto dei "servi delle Nozze di Cana", vedendo tutti i retroscena del operato sia del sacerdote-capo che dei suoi aiutanti, solo che invece di vedere dei miracoli, come quei fortunati servi, vedevo le speculazioni, le preferenze, le manipolazioni psico-mentali, ma soprattutto la continua ricerca di tornaconto personale! Vedevo la disponibilità più attiva verso quanti davano le ingenti offerte, in denaro o in materiale edile, o generi alimentari (in base all'attività), rispetto a quanti non avessero nulla da offrire, in quanto poveri. E ciò mi creava non poco imbarazzo, conoscendo quasi a memoria i Vangeli! Intanto un giovane sacerdote, aiutante del Sacerdote-capo, dopo un po'di pratica, ebbe la parrocchia tutta sua. Una parrocchia non priva di difficoltà, visto che in essa operava con l'enorme successo una setta, fondata da una donna miracolosamente guarita dal cancro in giovane età, che però con la morte della fondatrice cadde in eresia più profonda, e, in seguito alla scomunica.
Il giovane e fervente sacerdote, per contrastare in qualche modo l'operato della setta, raccolse un gruppo di fedeli, tra i quali molti associati, ma anche molti ex posseduti liberati, nonché i semplici fedeli del posto. Un gruppo di preghiera molto affiatato, con tanto zelo. Ma purtroppo, le cose belle non durano! Ed è ancor più doloroso vederle finire per colpa del "tradimento" di un arrampicatore ecclesiastico!
Il giovane sacerdote, facendosi raccomandare dal sacerdote-esorcista, si fece trasferire in una parrocchia confinante con un famoso santuario, e festeggiò l'evento in una ristretta compagnia dei sacerdoti, facendo preparare li "banchetto" all'interno dell'associazione. Brindo' vantandosi del risultato raggiunto, senza nemmeno preoccuparsi che i fedeli potrebbero averlo sentito! E quella stessa sera si presentò di fronte al suo fedelissimo ed affiatatissimo gruppo di preghiera, con l'espressione quasi piangente per il dispiacere di "essere stato trasferito, e lasciava tutti a malincuore". Intanto anche lì ebbe trovato un ricco rinfresco d'addio!
In seguito il gruppo si è sciolto, perché il nuovo parroco non fu interessato a "mantenerlo vivo".
Questo fu solo un episodio di scorrettezze ed inganno che serpeggiavano nell'associazione, e decisi di allontanarmi da lì, avvicinandomi di più alla spiritualità di Cassino.
Lì conobbi un monsignore molto carismatico, pieno di spiritualità che fu Priore della Delegazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Cassino. Grazie a lui ho potuto seguire la spiritualità e le iniziative dell'Ordine, pur non potendo farne parte in tutti gli effetti perché non avevo la possibilità economica di adesione.
Ogni tanto si organizzavano le conferenze studi molto interessanti, e mi appassionai alla storia del cristianesimo. Ed è allora che conobbi la storia dello scisma tra l'Oriente e l'Occidente per via della LOTTA DI POTERE.
All'epoca sul Soglio Pontificio era salito da poco Benedetto XVI. Un giorno venne in visita a Cassino, ospite dei monaci benedettini, custodi dell'Abbazia di Montecassino.
Devo precisare che la diocesi di Cassino era una delle poche appartenenti ad un'abbazia, dove l'Abate riveste anche il ruolo di vescovo.
Mi capitò incrociare lo sguardo con il Papa Benedetto in occasione di quella visita. Vi confesso che rimasi "fulminata" dallo Spirito Santo che emanava questo successore di Pietro, ingiustamente criticato per il suo spirito conservatore.
Furono i tempi in cui mi sentivo una parte integrante del "Corpo di Cristo", pur di rimanere una persona ordinaria e bilanciata, senza mai cadere negli integralismi propri di alcuni gruppi dei fedeli.
Discernevo con facilità il susseguirsi dei processi che accompagnano da secoli le religioni, e mi rendevo perfettamente conto che attraverso i secoli la religione cattolica ebbe l'evoluzione simile a quella ebraica prima di Cristo, dove da 10 comandamenti sono saltati fuori più di 600 precetti, e dai seguaci di JHWH i fedeli si sono divisi in farisei e zeloti. In analogia anche la religione cattolica si divise in osservanti esteriori, corrispondenti dei farisei ed integralisti, corrispondenti dei zeloti. Ma non potevo esprimere liberamente questa mia osservazione, sarebbe controproducente, visto che ne i primi ne i secondi non avrebbero compreso, e si sarebbero difesi con la famosa parabola della pagliuzza e del trave nell'occhio!
Ad un certo punto l'Abate di Montecassino fu trasferito a Norcia, e al suo posto venne un Abate nuovo, giovane, appena laureato, di cui si diceva che sua madre era contraria alla sua "improvvisa conversione", in effetti, studiava l'ingegneria elettronica, aveva una brillante carriera dinanzi, e poi la "vocazione" repentina ed inspiegabile! Allora tra me e me giudicai sua madre una persona nemica della fede,e invece proprio perché lei era credente per davvero, si oppose alla scelta del figlio, conoscendolo come solo la mamma può conoscere!!!
Da allora il monsignore che avevo scelto come guida spirituale, cominciò ad avere problemi, visto che anche lui, essendo stato il suo professore in seminario, si oppose alla nomina del nuovo Abate, e quest'ultimo ne venne a conoscenza.
Vedevo durante i convegni pastorali quando entrava questo Abate, i neo farisei e i neo zeloti inginocchiarsi e baciargli l'anello, e lui, con l'aria distaccata, quasi seccata raggiungeva il posto che gli conveniva, impartendo le prediche e le benedizioni.
Un giorno venni a sapere che all'improvviso si ammalò, rimanendo paralizzato della parte destra del corpo. Vidi tanti sacerdoti che ne parlavano nei corridoi, ma soltanto uno di loro che s'inginocchiò in disparte di fronte alla statua del Sacro Cuore, raccogliendosi in preghiera per lo sfortunato Abate. Era il monsignore!
Dopo uscito dal ospedale, l'Abate non ancora del tutto guarito, celebrò la messa solenne del suo ritorno, facendo la confessione pubblica in cui annunciava di aver avuto l'esperienza mistica, dove gli è stato detto che "la sua malattia è legata al suo atteggiamento verso la fede: siccome abbracciò la vita consacrata per metà per fede e per metà cercando le promozioni nel mondo umano, Dio gli tolse la parte "opportunistica", quella destra." E così tornò ad esercitare la sua funzione di Abate di Montecassino, finquando non accadde un fatto davvero scandaloso: durante un indagine delle forze dell'ordine per il traffico di droga, si fece un irruzione ad un festino gay a base di coca, e lì hanno sorpreso l'Abate che si pagò la droga con i soldi della Caritas di Cassino!
Dopo le ovvie dimissioni del Abate, Montecassino rimase senza capo, e l'unica candidatura che sarebbe in grado reggere la carica, sarebbe stato il monsignore carismatico...
Ma proprio in quel periodo accadde un altro fatto devastante per chi veramente, e non esternamente, crede in Dio: nell'Anno della Fede", proclamato dalla Chiesa cattolica, il Papa Benedetto XVI diede le dimissioni! E lo scopo del nuovo "papa" era quello di eliminare la Cattedra benedettina, da secoli dedita alla scienza e alla ricerca, ed esercitava ancora il potere sulla piccola diocesi ricca di storia e tradizioni. E certamente, un monsignore con la fede autentica, incorruttibile, non attaccato al dio-denaro, sarebbe un personaggio piuttosto scomodo! E allora che si fa? Si mette una calunnia addosso. Il povero monsignore fu pesantemente calunniato, e persino indagato, mentre l'abbazia di Montecassino smise di essere una diocesi, essendo estromessa e confinata alla sola direzione del santuario. La città di Cassino fu riunita alla diocesi di Sora-Acquino-Pontecorvo, e soltanto dopo che ciò accadde, il monsignore fu prosciolto da ogni accusa e ristabilito parroco. Dopo l'episodio s'ammalo', e non volle più coprire nessun incarico se non di dire la messa in un paesino di provincia, rimanendo chiuso in se stesso.
Padre Nilo e madre Olga, religiosi e templari cosentini
Non si sa che fine fece la Delegazione di Santo Sepolcro, perché le conferenze studi non ebbero più luogo ne a Cassino ne nei d'intorni.
Vidi sgretolarsi il castello della mia fede, no, non ho mai dubitato nel credere in Dio Padre, Dio FIGLIO, e Dio Spirito Santo, ma ho perso irrimediabilmente la fiducia negli uomini che indossano gli abiti sacri impartendo la scuola di vita ai padri e le madri di famiglia, che spesso vivono di stenti, e con la scusa della fede, i neo farisei estorcono loro quel po'di denaro che serve per vivere!!!
E così, studiando la teologia, scoprii la fede Ortodossa, collegiale, e non dittatoriale, meno soggetta al neo fariseismo ed integralismo, che trovo molto più vicina agli insegnamenti di CRISTO e con più mistica e meno regolamentazione.
Una Chiesa ancora sana nella fede, e non ammalata di bramosia di denaro, nella quale i sacerdoti lo diventano per FEDE e non per il TORNACONTO PERSONALE! La parola stessa "Ortodossa" significa "fede giusta"! Perciò, carissimi, non facciamola ammalare, e non giochiamo con le cose Sacre!!! Dio esiste, e non scende ai compromessi!!! O stiamo con Dio Vero, o stiamo con dio-denaro, e a tal punto non siamo migliori della Chiesa di Roma!!!
"Due sono le vie nel mondo, quella della vita e quella della morte, quella della luce e quella delle tenebre; in queste sono stati costituiti due angeli, uno della giustizia, l'altro dell'ingiustizia; ma la differenza tra le due vie è grande" (Didache', 1,1).
madre Olga Federica Paliani

mercoledì 13 novembre 2019

Intercomunione con la Iglesia Catolica Apostolica Ortodoxa de Nicaragua e costituzione Legazione Apostolica in Bulgaria

Intercomunione con la Iglesia Catolica Apostolica Ortodoxa de Nicaragua 
e costituzione Legazione Apostolica in Bulgaria
E' stata sottoscritta tra la Chiesa Ortodossa Italiana, rappresentata da mons. Filippo Ortenzi, arcivescovo di Roma e la Iglesia Catolica Apostolica Ortodoxa - Diocésis de Niocaragua, rappresentata da mons. Felix Soza, vescovo di San Pablo, in obbedienza alla parola di Nostro Signore Gesù Cristo “perché tutti siano una cosa sola   (Giovanni XVII,20) ed in base alla totale osservanza dei Santi Canoni della Santa Chiesa Ortodossa, la piena intercomunione sacrale, liturgica e canonica tra le nostre Chiese. Le nostra due Chiese sono strettamente Nazionali e utilizzano di rituali propri.
Inoltre la nostra Chiesa ha costituito una Legazione Apostolica in Bulgaria della quale è stato nominato responsabile Padre Elia Tsispanias, che curerà i rapporti con le altre realtà ecclesiali, nonché la comunità italiana ortodossa della diaspora di Sofia.

domenica 3 novembre 2019

Parole chiare al clero ed ai fedeli della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala

Parole chiare al clero ed ai fedeli

della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala


Premesso che avremmo preferito non ritornare sull'argomento sicuri che parlare di una organizzazione inesistente significa dargli importanza e farla esistere, al fine di fugare i dubbi e la curiosità di qualcuno che ancora lo ignora, portiamo a conoscenza dei motivi per i quali la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, nel luglio scorso si è divisa in due, con clero e fedeli che sono ritornati all'originaria Chiesa Ortodossa Italiana e poche persone che hanno seguito il duo Parisi-Meluzzi nell'avventura monofisita nella Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala Antico Orientale.
Pubblico pertanto il documento, emesso nel luglio scorso, che spiega i motivi della rottura. Avremmo evitato di rendere pubblico un documento interno se  l'unico motivo di esistere della Chiesa meluzziana, oltre quello di avere visibilità mediatica o giocare a fare la Chiesa, sia quello di guardare l'attività della Chiesa Ortodossa Italiana, cercare di offuscare e denigrare l'immagine della stessa, dei suoi proto-gerachi ed inserirsi nella nostra attività ecclesiale e di apostolato per fare fallire delle operazioni aggregative da noi poste in essere.
Si riporta la nota del vescovo Filippo Ortenzi, mandata nel luglio scorso al Clero della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala dove si denunciava la deriva autoritaria, anticanonica ed eretica messa in atto dal Primate e dal Vicario di detta associazione ecclesiale.


Parole chiare al clero ed ai fedeli
della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala
Da quando Sua Beatitudine Alessandro I (al secolo Alessandro Meluzzi) non riveste più la figura di legale rappresentante della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala non si conosce più quale sia la posizione teologica della Chiesa, guidata in modo autocratico del Vicario Generale mons. Antonio Parisi (nome religioso Cosma). Lo stesso, all’insaputa dei fedeli ne  è Capo e legale rappresentante dal 10 ottobre 2018 mentre il Primate viene relegato ad un mero ruolo di testimonial ad uso esterno. Sotto la nuova gestione viene ignorata e sistematicamente violata ogni norma canonica e giuridica incorrendo in quello che il Corpus Canonum della Chiesa definisce un delitto ecclesiastico, quale l’abuso della potestà ecclesiastica o dell’ufficio (canone 93 Comma 4). A gennaio, attribuendosi un potere che giuridicamente e canonicamente non gli appartiene, il Vicario Generale ha revocato (Decr. N.1/2019 Vicario Generale) l’incarico di Cancelleria, nonostante che ai sensi dell’art. 4 lettera c) punto I dello Statuto sottoscritto dal Notaio Barbagallo di Torino in data 19 febbraio 2018 ( Rep. n. 28947/16212)  la carica di Cancelliere sia quinquennale “e può essere revocata in casi specifici e motivati solo dai quattro quinti del Consiglio direttivo.”  Ovviamente non c’è stata alcuna delibera del Consiglio Direttivo (Santo Sinodo) né alcuna contestazione, né richiesta di chiarimenti, né motivazione. Neppure si è attivato il Tribunale Nazionale Ecclesiastico, competente per eventuali violazioni, ai sensi del Canone 86 . Con lo stesso Decreto veniva abrogata l’Eparchia del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma, attribuendosi un potere che non ha e violando quanto disposto Canone 10  del Corpus Canonum Autocephalous Ecclesia Orthodoxa Italica approvato dal Santo Sinodo riunitosi a Todi (PG) presso il Castello di Petroro  il giorno 13 settembre 2017 – festa di San Giovanni Crisostomo. La soppressione di una Eparchia è competenza del Santo Sinodo, neppure  del Primate e tanto meno del Vicario Generale. (Canone 10 - lett. O:approvare, con la maggioranza dei due terzi del numero dei membri presenti, la creazione, la soppressione, la modificazione territoriale e il cambiamento del titolo delle eparchie e degli esarcati dipendenti dalla Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala”. Inoltre va segnalato che in tutte le Chiese che riconoscono l’episcopato, siano esse ortodosse, cattoliche, vetero-cattoliche, anglicane ecc. non esistono vescovi senza titolarità territoriale, salvo gli Abati che comunque hanno associato il nome al Monastero che dirigono.  La dizione “Arcivescovo Vicario della Chiesa Ortodossa Italiana ed Eparca del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma” è antecedente alla registrazione stessa della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala ed è stata istituita, unitamente alla mia consacrazione episcopale, il 20 dicembre 2015,  con  Prot. N. 107 /15  con documento firmato dal vescovo ordinante: Sua Beatitudine Alessandro I coadiuvato dai vescovi: mons. Salvatore Michalef della  The Married Priest Now – SS Peter e Paul Prelature e mons. Taddeo (al secolo Ettore Dragani) della Ecclesia Vetero-Catholica Romana.  Né lo Statuto associativo registrato dal Notaio né i Canoni della Chiesa prevedono l’adozione di provvedimenti arbitrari  privi di specifiche contestazioni per violazioni di norme Statutarie e, senza possibilità di controdeduzioni  e deliberazioni del Tribunale Nazionale Ecclesiastico e del Santo Sinodo.
Esplicate brevemente le azioni arbitrarie perpetuate non soltanto nei miei confronti, ma della Chiesa perché ne hanno pregiudicato attività e crescita veniamo ai motivi giuridici e teologici che rendono la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala fuori dall’ecumene ortodosso e dalla Costituzione italiana.
Violazione del Principio di collegialità della Chiesa
Nelle Chiese Ortodosse vige il principio della Collegialità e lo stesso Patriarca ha un mero ruolo d’onore più che di autorità (“primus inter pares”).  Detto principio, ribadito dai Concili è universalmente  accettato da tutte le Chiese, ad eccezione di quella cattolica per la quale il Pontefice non è il primo tra pari ma, considerandosi il Vicario di Dio in terra, ha pieno potere d'autorità e di giurisdizione su tutta la Chiesa. Al riguardo riportiamo quanto previsto dal Canone 34 dei Canoni Apostolici: «I vescovi di ciascuna nazione [ethnos] scelgano tra loro un Primate [protos],  e non agiscano senza il suo parere, e ciascuno operi solo in merito a cose riguardanti la propria circoscrizione e i territori che ne dipendono; ma neppure quello [il Primate] faccia qualcosa, senza il parere di tutti: così ci sarà concordia e sarà glorificato Dio, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo». Nelle Chiese Ortodosse tutti i vescovi sono uguali mentre nella Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala il Vicario Generale si è attribuito un potere maggiore del Papa reputando lecito tutto ciò che lui decide senza minimamente controllare se ciò è conforme al Corpus Canonum, allo Statuto notarile o alle norme previste dal codice civile.

Violazione delle norme giuridiche  in materia associativa

Secondo l’art. 8 della Costituzione Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.” La legge inoltre prevede espressamente il rispetto della democraticità interna alle associazioni (vedi, per ultimo, il D.Lgs 3 luglio 2017 n. 117 che all’art. 25 comma 2 che prevede il rispetto dei principi di democraticità, pari opportunità ed eguaglianza di tutti gli associati e di elettività delle cariche sociali.). Per altro lo Statuto della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala  non prevede che il Vicario Generale si sostituisca al Primate ed al Santo Sinodo nelle decisioni e non sia soggetto alle norme statutarie, canoniche e a quelle previste dal codice civile in materia di associazioni, In qualunque Chiesa il Vicario Generale o luogotenente è colui che si sostituisce al Primate in caso di impedimento temporaneo e non ha poteri autocratici che non appartengono neppure al Primate stesso.

Violazione delle norme in materia di Intercomunione

In violazione di quanto previsto dal Corpus Canonum della Chiesa che al Canone 10 avente ad oggetto:  attribuzioni del Santo Sinodo prevede:
Comma 1) Le attribuzioni del Santo Sinodo riguardano le seguenti materie:
a)      mantenere l’unità dogmatica, liturgica e canonica nella Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, come promuovere anche la comunione con altre giurisdizioni ortodosse;
b)       esaminare ogni problema d’ordine dogmatico, liturgico, canonico e missionario pastorale, che sarà risolto in conformità con l’insegnamento della Chiesa Ortodossa ed esprime pareri, secondo i Santi Canoni, su tutti i problemi ecclesiali di qualsiasi natura.
Senza informare né il Santo Sinodo né gli altri vescovi (non si è invitato neppure il vescovo del Lazio), si è proceduto, nel gennaio scorso ad effettuare una intercomunione con una Chiesa Ortodossa Eritrea Tawahedo d’Europa (di un’unica natura), appartenente alle Chiesa ortodosse antico-orientali precalcedoniane. Per una decisione così importante era indispensabile non soltanto informare e chiedere l’autorizzazione del Santo Sinodo ma coinvolgere l’intero corpo ecclesiale.

Confusione teologica

Nei gruppi whatsApp della Chiesa, su Twitter ecc. il Primate Alessandro I ed il Vicario Generale non hanno esitato a postare apprezzamento per i dubia ("dubbi"), il documento sottoscritto da quattro cardinali (Raymond BurkeCarlo CaffarraWalter BrandmüllerJoachim Meisner) di critica  all'esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco del 2016 in merito alla riammissione o meno dei divorziati in comunione con la chiesa cattolica. Parimenti il Primate ed il Vicario Generale si incontrano a Poli (ovviamente il vescovo del Lazio non è stato invitato) con il cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, esaltandone l’avversione al Papa e le critiche da esso effettuate all’Instrumentum Laboris, la bozza di lavoro del Sinodo sull’Amazzonia pubblicata dalla Santa Sede lo scorso 17 giugno dove si ventilava l’ipotesi di aprire il sacerdozio anche ai viri probati, cioè agli uomini sposati di una certa età e provata fede per sopperire alla mancanza del clero. Parimenti si flirta con tutto il cattolicesimo tradizionalista e conservatore che critica la politica ecclesiale di Papa Francesco. Premesso che la mia avversione alle politiche della Chiesa Cattolica sono, oltre che teologiche, anche politiche perché ne contesto la politica immigrazionista tesa a favorire la progressiva scristianizzazione ed islamizzazione della nostra Nazione, l’aver trasformato la Chiesa da comunità di culto ad associazione di volontariato o O.N.G. (basta vedere la pubblicità dell’8x1000 per notare che il culto è assente), l’aver adottato la Teologia della Liberazione come linea guida della politica e la vicinanza con partiti laici e di sinistra, occorre fare una valutazione anche ecclesiale. Dove è lo scandalo se la Chiesa Cattolica riammette, caso per caso, fedeli divorziati ai sacramenti? Dove questa norma contrasta con la dottrina  Ortodossa che ammetta anche le seconde e terze nozze? E dove è lo scandalo se in Amoris Letitia si prevede la possibilità della riammissione ai sacramenti del coniuge innocente, cioè quello che ha subito e non voluto l’abbandono? Nella Chiesa Ortodossa non è, da sempre, data la possibilità di giudicare secondo economia e misericordia? E quale convergenza può esserci con i vescovi che criticano l’Istrumentum Laboris del prossimo Sinodo Cattolico della Regione Amazzonica in merito ai preti sposati? Forse che nell’Ortodossia, da sempre, non sono ammessi i sacerdoti sposati? O forse ci si dimentica che la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala ammette anche i vescovi uxorati? D’altra parte bisogna riconoscere che mai, come sotto il Pontificato di Francesco, la Chiesa Ortodossa si è avvicinata all’Ortodossia. Ad esempio:
-          Anche in diverse chiese cattoliche di rito latino si cominciano ad apprezzare le Icone, che fino a poco tempo fa erano relegate soltanto in ambito ortodosso.
-          Il sacramento dell’Unzione degli Infermi, che dall’XI secolo la Chiesa Cattolica aveva snaturato trasformandolo in Estrema Unzione viene sempre più riscoperto dai sacerdoti cattolici, ad iniziare da quelli del Rinnovamento Carismatico.
-          Apertura al clero uxorato, sia pure al momento limitata all’area amazzonica.
-          Apertura e creazione di una Commissione per valutare la possibilità di restaurare l’ordine apostolico delle Diaconesse, che la Chiesa Ortodossa non ha mai abrogato ed è una delle particolarità della nostra Chiesa.
-          Eucarestia nelle due forme del pane e del vino che iniziano, se pure timidamente, a distribuire diverse chiese cattoliche.
-          Accettazione del principio ortodosso dell’economia e della misericordia riguardo i coniugi incolpevoli nei casi di separazione e divorzio.

Adesione all’eresia monofisita



Per il teologo russo Pavel Evdokimov (L’Orthodoxie)  il “dogma” significa “verità indiscutibile” è la linfa vivificante delle Scritture e la Chiesa “colonna e base della verità” (1 Tim, 3-14) confessa i dogmi perché esprimono “la dottrina del Signore e degli Apostoli” (Sant’Ignazio, Lettera ai Magnesii). Essi sono dogmi divini o evangelici nonché normativi, perché costituiscono la regola della Fede. Orbene quale è la posizione cristologica della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala?  Il Primate è stato consacrato sacerdote da una piccola chiesa assiro-nestoriana piemontese che faceva capo a mons. Leopoldo Adeodato Mancini ma la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, fin dalla fondazione ha accettato le posizioni cristologiche  codificate dal Concilio di Calcedonia, convocato dall’Imperatore Marciano nel 451 d.C. e che  riconosce “due nature nell’unica persona del Cristo” vero Dio e vero Uomo. Il Concilio di Calcedonia condannò come eretica la dottrina monofisita secondo la quale Gesù possiede una sola natura (mónos + physis),  quella Divina, nella quale è assorbita  quella umana, che, quindi, è solo apparente. Questa eresia comune ai copti e ai siro-giacobiti è estremizzata dagli etiopi e dagli eritrei che, per fugare ogni dubbio definiscono le loro Chiese col termine Tawahedo che significa di un’unica natura. L’aver aggiunto poi nel logo, per ordine del Vicario Generale, la dizione antico orientale pone la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala in palese eresia rispetto alla dottrina cristologica comune agli ortodossi, ai cattolici, agli evangelici e agli anglicani. Tale posizione cristologica contrasta con i deliberata del Corpus Canonum della Chiesa, (approvato dal Santo Sinodo il 14 settembre 2017), e in particolare col  Canone 76 (Credo) e il Canone 77 (Formula d’Unione), quest'ultima ripresa dal Secondo Concilio di Costantinopoli, indetto dall'imperatore San Giustiniano, isapostolo, proprio al fine di condannare le teorie monofisite. Fino ad oggi la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala  formalmente riconosce, al pari dell’Ortodossia caledoniana,  i primi VII Concili Ecumenici.

Violazione dei doveri dei Chierici

Ai sensi del Canone n. 66 – comma 3) “I chierici siano uniti tra di loro col vincolo della fraternità e della preghiera e si impegnino a collaborare tra di loro..”. Questa norma, che dovrebbe valere ancora di più tra i membri dell’ordine episcopale,  è stata regolarmente violata. Non soltanto, spesso invece di avere un atteggiamento apostolico e di collaborazione si è gettato fango su diversi membri del clero, cercando di mettere gli uni contro gli altri con il risultato di bloccare o allontanare fedeli e chierici dalla Chiesa.

Violazione delle norme che vietano l’assunzione di cariche politiche dirigenziali

Lo stesso Canone n. 66 al comma 6) , come tutti voi potete verificare essendo stato inoltrato a tutti i membri del clero più volte, fa espresso divieto ai chierici “di assumere incarichi dirigenziali in associazioni politiche o massoniche”. Tale norma, alla quale si oppose unicamente l’attuale Vicario Generale, fu approvata dal Sinodo senza che il Primate opponesse alcuna obiezione. Orbene, dopo tale data Sua Beatitudine Alessandro I è stato tra i fondatori del P.A.I. – Partito Anti Islamizzazione del quale risulta essere Presidente, attualmente, risulta dirigente nazionale del Partito politico Fratelli d’Italia, dove è stato chiamato a dirigere un Dipartimento. Si domanda se una tale norma vale erga omnes, ossia anche per i vescovi, oppure no? E non mi risulta essere mai stato chiesto al Sinodo di modificare il Comma o autorizzare una deroga in materia.

Violazione delle norme Statutarie inerenti la formazione del clero

Nonostante il Corpus Canonum espressamente demandi (Canone 40 e Canone 41) che l’ammissione agli ordini minori e al diaconato avvenga attraverso corsi di formazione effettuati dall’Accademia Ortodossa San Nicodemo l’Aghiorita (Canone 40) e quella relativa al sacerdozio, attraverso l’Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo (Canone 41) il Vicario Generale ha bloccato ogni possibilità formativa da parte di questi organismi ecclesiali,  dichiarandoli addirittura illegali perché da lui non condivise e chiedendo al Rettore di chiuderle (dette strutture esistono dal 2014 e sono antecedenti la fondazione della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala). Inoltre mentre conduce la guerra contro strutture presenti nei canoni della Chiesa, a Poli informa della creazione di una Accademia di formazione teologica con alcuni prelati cattolici, senza ovviamente  che né Sinodo, né  il clero ne fosse minimamente al corrente.

Scomunica ed eresia

Con l’adesione della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala alla dottrina cristologica delle chiese antico orientali i proto-grarchi che hanno firmato l’intercomunione sono incorsi nella scomunica latae sententiae come previsto dal comma 2 del Canone n. 91 per eresia (comma 2 Canone 92)

Alla luce di quanto espresso la Chiesa Ortodossa Italiana, al pari di quella Assiro Caldea di mons. Mancini mai formalmente sciolta,  che dal febbraio 2016 aveva garantito la collaborazione e l’operatività in quella Autocefala riprende la sua  indipendenza operativa ribadendo la sua fedeltà all’ortodossia caledoniana. Rimango comunque, essendone uno dei fondatori, nella Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala affinché la stessa riprenda la Retta Via, ritorni alla Retta Dottrina ed al rispetto dei Canoni della Chiesa, delle norme statutarie, nonché di quelle giuridiche e costituzionali inerenti le associazioni.


Mons. Filippo Ortenzi, vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma