Translate

venerdì 18 febbraio 2022

Ecumenismo





L’ Ecumenismo

    Il termine “ecumenismo” deriva dal greco oikoumene, che indicava in passato la terra abitata, e cioè il mondo come era conosciuto nell’antichità. Nell’uso ecclesiastico il termine “ecumenico” è stato utilizzato per indicare tutto ciò che ha carattere di universalità, in particolare i concili. Il “movimento ecumenico” invece, è partito nel primo decennio del 1900 e sotto la guida dello Spirito aspira a realizzare la piena comunione fra tutti i cristiani; “Come Dio la vuole quando egli la vuole e con i mezzi che egli vuole” (P. Couturier).
    Prima di ripercorrere brevemente le tappe del cammino ecumenico dal Novecento ad oggi e esporre il mio pensiero, vorrei porre l’attenzione sul Vangelo, che è pietra angolare sulla quale e dalla quale ogni ragionamento in materia di Spirito dovrebbe porre principio.
    Il Vangelo oltre che “rivelazione” della volontà di Dio incarnato, Gesù Cristo, ha una valenza profetica sempre attuale. Anche per il movimento ecumenico, Cristo Dio ci dà nel Vangelo indicazioni della sua volontà, che dal mio punto di vista può essere profetica, in quanto il movimento ecumenico è qualcosa di futuro cronologico rispetto al Vangelo, ma è attualità rispetto a Dio.
    Le indicazioni che Cristo ci dà sul come affrontare la questione del “pluralismo” dei suoi seguaci lo troviamo appunto nel Vangelo! Come fosse una “Cartella compressa” per usare un termine informatico, che rende perfettamente l’idea del mio pensiero, il Vangelo possiede in sé già tutta le indicazioni per i Cristiani, fino alla nuova e definitiva venuta del Cristo.
    Il Vangelo ci parla chiaramente della istituzione degli Apostoli, ci parla dei discepoli di Giovanni, ci parla dei suoi discepoli e ancora delle genti che pur pagane chiedono intercessione a Cristo (vedasi soldato romano che chiede di guarire il suo servo)....e quanti guariti (es. i dieci lebbrosi), o altri miracolati da Cristo. 
    Dalla figura di Gesù Cristo quindi nasce un insieme di vicende e personaggi che a seconda della propria esperienza andranno a testimoniare Cristo.
    Tra tutti i personaggi del Vangelo, gli apostoli scelti da Gesù apparentemente sembrano avere un ruolo di primazia e di pregio in quanto “scelti”. 
    In realtà il mio pensiero è che tutti coloro che in ogni caso sono stati toccati da Gesù in quei 33 anni sono tasselli “complementari” dello stesso puzzle, sono cartelle dello stesso file compresso. 
    L’Apostolo ad esempio è stato testimone della guarigione del cieco, ma non è il guarito da Cristo!
    Immaginiamo senza riuscirci come deve essere stata profonda, immensa la gioia di aver
ricevuto la guarigione da Gesù, ...oltre al beneficio fisico il cieco, l’emorroissa, gli sposi Cana, i dieci lebbrosi, Zaccheo ecc, avranno sentito dentro di sé i cori angelici esultare axios, axios!…..di cosa? Della testimonianza della potenza di Dio. Ogni personaggio del Vangelo quindi è “degno” di annunciare Cristo secondo la propria esperienza vissuta in prima persona. 
    E’ ovvio cari fratelli che da tutta questa massa di testimonianze non potessero che nascere anche gruppi e movimenti pro Cristo a quel tempo, e che magari non seguivano il gruppo degli apostoli “scelti” per varie ragioni pratiche.
    Testimonianza di chi, pur non seguendo il gruppo dei dodici, testimonia Cristo, magari a seguito proprio di “miracolo ricevuto”, (il Vangelo non dice nulla contro tale ipotesi), l'abbiamo sia in Luca 9,49-50 che in Marco 9,38-40, nell’episodio chiamato “L’esorcista
estraneo” che recita: Giovanni prese la parola dicendo: ”Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci”. Ma Gesù gli rispose: “ Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi”.
    La risposta di Gesù è secondo me una risposta profetica e ha valore dottrinale, come a preparare gli Apostoli, quindi i suoi successori a continuare nel solco dell’ Ecumenismo e non della Chiusura e di fatto Gesù Cristo costituisce il “parametro” per riconoscere la “piena  comunione” che non ha bisogno di ulteriori dichiarazioni o ufficializzazioni, è il suo “Nome”!
    Chi con fede si muove in nome di Gesù Cristo è in comunione, lo stabilisce Gesu’ Cristo stesso nelle parole del Vangelo. Alla luce delle parole di Gesù, Verità, Vita e Via, nessuno può discriminare chi in Nome di Gesù, della Santissima Trinità, del Vangelo muove il suo dovere di Testimonianza Evangelica.
    Il dialogo ecumenico nel segno della comunione diventa non un qualcosa a discrezione delle autorità delle relative organizzazioni, ma un atto di obbedienza a Gesù stesso!
    I primi passi importanti del movimento ecumenico, partono dalle Chiese protestanti, nel 1910, che ad Edimburgo si incontrano per coordinare l’attività missionaria e renderla più
efficace. 
    In questo momento non sono state invitate né la Chiesa Cattolica né quella Ortodossa.         Nel 1920 a Ginevra si ripete un incontro del mondo protestante a cui sono invitate sia la chiesa cattolica che ortodossa, ma la chiesa cattolica declinerà l’invito.
    Sempre nel 1920 l’Enciclica del Patriarcato ecumenico della Chiesa Ortodossa - Alle Chiese di Cristo in ogni luogo - comincerà a lanciare proposte concrete, (ad esempio sul calendario comune ecc.) e a muovere in maniera più profonda le coscienze. 
    Anche se un pò in ritardo (40 anni almeno) arriva anche la risposta della Chiesa Cattolica con il Concilio Ecumenico Vaticano II, che di fatto da’ delle direttive di apertura al dialogo.
    Ancora più slancio ecumenico sarà dato dalla Enciclica di S.S. Papa Giovanni Paolo II - Ut Unum sint - (25 maggio 1995) che sulla scia del Vaticano II traccia, indica concrete azioni di dialogo fra i cristiani tutti. 
    La Enciclica nella parte introduttiva recita: ... "La testimonianza coraggiosa di tanti martiri del nostro secolo, appartenenti anche ad altre chiese e comunità ecclesiali non in piena comunione con la Chiesa Cattolica, infonde nuova forza all’appello conciliare e ci richiama l’obbligo di accogliere e mettere in pratica la sua esortazione. 
    Questi nostri fratelli e sorelle, accomunati nell’offerta generosa della loro vita per il Regno di Dio, sono la prova più significativa che ogni elemento di divisione può essere trasceso e superato nel dono di sé alla causa del Vangelo.”
    Queste parole di grande umiltà ed apertura, arrivano forse un pò tardi, di quasi 2000 anni!
    Ma viva Dio sono nel solco del Vangelo più che in quello Conciliare, come al termine viene confermato.
    L’Ecumenismo ha gli stessi nemici del Vangelo, le cose del mondo, le cose di Cesare….!
Non dovremmo mai dimenticare e prescindere dalle parole di Gesù e quindi del Vangelo.Il Vangelo ci rivela che siamo tutti uguali, tutti in comunione se siamo nel Nome di Gesù! Pur
testimoniando Gesù a partire dalla nostra personale esperienza di Gesù! Pur nella diversa
modalità del culto di Gesù.
    A sostegno del dialogo tra i cristiani e della diffusione del Vangelo c’è la Testimonianza di
questi e la Preghiera! Sinceramente fratelli cari non vedo altre armi! Non me ne abbiate cari fratelli teologi, le mie sono solo riflessioni di un semplice e inutile servo del Signore!
    Pace a tutti!


Padre Gianni De Paola

giovedì 10 febbraio 2022

10 febbraio - Giornata della Memoria

 10 febbraio - Giornata della Memoria




La Chiesa Ortodossa Italiana ricorda le vittime della barbarie atea e anti-italiana dei partigiani comunisti titini, che hanno ucciso 13.000 nostri connazionali ed espulsi altri 350.000 dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia.

Eterna Memoria

giovedì 3 febbraio 2022

San Biagio di Sebaste

San Biagio di Sebaste 

San Biagio di Sebaste, santo ortodosso armeno dell'Anatolia (Turchia)

Il tre febbraio viene commemorato San Biagio, medico e vescovo ortodosso armeno di Sebaste, (capitale della Provincia Romana dell'Armenia prima). morto martire nel 316 d.C. a causa della persecuzione dell'imperatore Licinio. Il suo martirio fu particolarmente cruento, essendo stato scorticato vivo con dei pettini di ferro (quelli usati per cardare la lana) ed infine decapitato per essersi rifiutato di rinnegare la fede cristiana. Si narra che durante il suo apostolato operò numerosi miracoli, il più noto dei quali è l'aver salvato un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea ed è per questo che viene invocato per i mali alla gola, tanto che in detto giorno si svolgono i riti della benedizione della gola con candela unta con myron. E' venerato sia nel mondo ortodosso che in quello cattolico ed è anche il patrono del mio paese, Marta (VT), ed io, al pari di tutti i miei concittadini sono stato sempre molto devoto a questo Santo (localmente detto San Biacio). Nel 732, mentre le orde islamiche dilagavano in Anatolia, le reliquie del Santo furono tolte dalla cattedrale di Sebaste per essere portate a Roma, ma una tempesta portò la nave a Maratea (PZ), dove sono, per la maggior parte (altre sono state disperse in varie località) conservate nella Basilica di Maratea, sul Monte San Biagio.

Raccontata brevemente la storia di San Biagio, vescovo armeno ortodosso e Martire, vorrei soffermarmi sulla città e la nazione della quale era vescovo.
Come è noto la nostra Chiesa, da tempo sta denunciando l'invasione afroislamica nel nostro Paese ed il conseguente pericolo di sostituzione etnica del nostro popolo. Al contrario le sinistre mondialiste ed antinazionali, la Chiesa CattoComunista Vaticana (che seguace del loro dio, non Uno e Trino ma uno e Quattrino pensano più a difendere il business dell'accoglienza che le radici cristiane del nostro popolo e la Fede in Cristo Risorto) e  il pluto-capitalismo cosmopolita (dove 8 famiglie hanno un reddito pari ai 3 miliardi di abitanti più poveri del nostro pianeta, e questi otto hanno tutti qualcosa in comune: sono liberal di sinistra, favorevoli alla globalizzazione, membri di gruppi mondialisti come la Trilaterale ed il Bildemberg) difendono dette invasioni in nome di un buonismo peloso e schiavista.

Qui sopra è riportata la cartina dell'Armenia storica e, come ben vedete comprendeva prevalentemente territori oggi facenti parte della Turchia. La stessa Sebaste, antica capitale dell'Armenia e della quale è stato vescovo San Biagio, oggi è una città turca, denominata Sivas, capoluogo della provincia di Usak (Anatolia Centrale). Le chiese e le tracce del cristianesimo che qui fu fiorente e vivo per secoli sono state nascoste, se non distrutte. E gli armeni che ivi vi abitavano che fine hanno fatto?  Per secoli perseguitati e discriminati dall'impero ottomano come infedeli, gli armeni hanno subito, più degli altri popoli cristiani dell'Anatolia (romei o romani di lingua greca, siriaci ed assiri) quello che loro chiamano Medz Yeghern (grande crimine) dove i turchi, tra il 1915 ed il 1916,  nel nome dell'Islam cercarono di sterminare tutti gli infedeli dell'Anatolia, trucidando oltre un milione e mezzo di armeni. Approfittiamo della commemorazione di San Biagio per ricordare ai cristiani come  in tale territorio le popolazioni cristiane sono state sterminate da quella che Papa Francesco ha definito "una religione di pace" ...


Sua Ecc. Rev.ma Filippo di Roma, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

 

 

Chiesa Ortodossa Italiana

Via Appia Nuova n. 612  – 00179 ROMA

telefono: +39 0621119875 – email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com  C.F. 930053400045

Facebook           Radio Ortodossa           TwitterUniSAG