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martedì 12 marzo 2019

Nicodemo da Cirò, o anche Nicodemo di Mammola

12 marzo

Nicodemo da Cirò, o anche Nicodemo di Mammola

 


Sul luogo esatto della sua nascita vi sono delle controversie, potrebbe infatti venir identificato con Ypsicron, attuale Cirò (KR), oppure con la città commerciale (emporion) di Sikron, forse distrutta dai Saraceni durante le scorrerie dell'emiro Abū l-Qāsim al-Hasan (950-952), di cui si parla nelle biografie di molti santi italo-greci e che si trovava al centro della Turma delle Saline (circoscrizione amministrativa bizantina), identificata con l'odierna Sicari o Sicri, contrada disabitata nei pressi di Melicuccà.
 
Cresciuto a Ypsicron/Sikron, Nicodemo volle intraprendere da giovanissimo la vita monacale, ma il maestro da lui scelto, Fantino il Giovane che fu anche maestro di Nilo da Rossano, lo rifiutò più volte ritenendolo di costituzione troppo gracile per la vita di rinunce e macerazioni imposta allora ai monaci. Quando venne finalmente accettato impressionò i confratelli con la sua continua preghiera, protratta oltre i normali limiti umani, i patimenti fisici e le esaltazioni mistiche. Costretto a fuggire (così come san Nilo) dal Mercurion (luogo di studio del Monachesimo) dalle continue incursioni saracene trovò rifugio sul Kellerana (chiamato anche monte Kellerano o monte Cellerano, oggi monte San Nicodemo, situato nel territorio dell'attuale comune di Mammola, territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte). Allora luogo completamente selvaggio ma nelle cui vicinanze si trovava la strada della Seja che collegava il Tirreno con lo Ionio, attirando nel tempo, grazie alla sua fama di santità, numerosi altri asceti e pellegrini, tutto ciò portò alla fondazione di un monastero, attorno al quale costituì una comunità di monaci basiliani, in cui morì nell'anno 990.
 
L'insegnamento di san Nicodemo è avvicinabile a quello di san Francesco d'Assisi, infatti i racconti pervenutici ce lo descrivono mentre difende un lupo dai contadini che lo vogliono uccidere dimostrandone la socievolezza, impedisce ad un confratello di colpire una vipera in quanto anch'essa "creata da Dio per stare sulla Terra" oppure in compagnia del cinghiale suo inseparabile compagno. San Fantino che era andato a visitarlo prima di recarsi in pellegrinaggio in Grecia, alla vista della dura vita ascetica da lui condotta gli pronosticò fama di santità.
Morì, a 90 anni, un'età ragguardevole per l'epoca.

Nella Chiesa Matrice Matrice di Mammola, nella Cappella di San Nicodemo, sono conservate le pregiate reliquie in un'urna bronzea, inoltre si trovano nella Cappella, la statua in legno del Santo vestito in abito basiliano, che viene portata in processione il 12 marzo, e un prezioso busto bronzeo del sec. XVI, di scuola napoletana, dove all'interno è conservato il cranio del Santo, che viene portato con la statua lignea di angeli, in processione nei festeggiamenti della prima domenica di Settembre e il sabato antecedente alla Grancia Basiliana. Di pregio una tela del Santo del XVI secolo, restaurata alla fine del secolo scorso.  (Wikipedia)

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