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sabato 25 agosto 2018

Appello ai fedeli ortodossi italiani

             Appello ai fedeli ortodossi italiani



Cari fratelli, la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala ha oramai oltre due anni di vita. In questo lasso di tempo ci siamo rafforzati e, seppur a macchia di leopardo, diffusi su tutto il territorio nazionale. La perdita delle fede e l'apostasia da parte dell'Eretica Chiesa Catto-Comunista Vaticana, amica dei potenti, degli atei e miscredenti e che rinnega i valori della Fede in nome di un buonismo radical-chic proteso unicamente alla difesa del business collegato all'invasione afro-islamica della nostra Patria, apre alla nostra Chiesa spazi di crescita incredibili, che sarà nostro dovere cercare di intercettare. La scristianizzazione e laicizzazione del nostro Paese e la progressiva islamizzazione sono sotto gli occhi di tutti. L'intellighenzia e le classi dominanti cercano di soffocare le nostre radici romane e cristiane e, nel contempo, favorire le culture altrui per la sola ragione che odiano la propria. Si è creato un nuovo cristianesimo, buonista, remissivo, inclusivo, che riabilita Lutero (al quale le Poste Vaticane hanno dedicato un francobollo per festeggiare i 500 anni della Riforma) e non difende più i valori della Fede. In Irlanda la Chiesa Cattolica, travolta dagli scandali collegati alla pedofilia che predomina in una parte non irrilevante del proprio clero, non ha difeso la dottrina cristiana ed è stata muta durante i referendum relativi ai matrimoni omosessuali e all'aborto, dove le tesi laiciste e contrarie agli insegnamenti divini hanno prevalso abbondantemente in un'isola che una volta era un baluardo della cristianità. I tanti cavalieri: templari, micheliti, gerosolimitani e non solo, che si avvicinano alla nostra Chiesa dimostrano che ci sono ancora cristiani che non si rassegnano e sono disponibili a combattere per difendere la Patria e la Fede. Al contrario della Chiesa Cattolica che ha tanti fedeli (per lo più, oggettivamente, “nominali”) e poche vocazioni, nella nostra Chiesa avviene il contrario. Abbiamo ancora pochi fedeli, ma tra questi pochi sono numerosi coloro che lo Spirito Santo chiama ad un percorso vocazionale. Purtroppo abbiamo un problema, la nostra Chiesa ha pochissimi luoghi di culto e la maggioranza del nostro clero è costretta ad esercitare il proprio ministero spesso dove capita o a casa. E' per questo che mi appello a tutti i credenti che vogliono aiutarci nel difficile compito di ricristianizzare l'Italia e di portare nuovamente la Buona Novella nei cuori del nostro popolo. Aiutateci. Se avete luoghi di culto privati o strutture adibibili, mettetecele a disposizione. Se avete amici che hanno cappelle gentilizie, chiese private od altro, metteteci in contatto con loro. Se nel vostro Comune c'è una Chiesa sconsacrata di proprietà pubblica segnalatecelo. Dateci una mano ad aiutarvi per costruire una diga contro il relativismo etico e religioso, contro l'affievolirsi dei valori cristiani e per la rigenerazione morale e religiosa del popolo italiano.
Il vostro servo in Cristo.




Filippo Ortenzi

episcopo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala

sabato 18 agosto 2018

Trisàghio dei defunti In suffragio dei morti di Genova

          Trisàghio dei defunti
                               In suffragio dei morti di Genova

Insieme agli spiriti dei giusti resi perfetti dona il riposo o Salvatore alle anime dei tuoi servi introducendoli nella vita beata che viene da te o amico degli uomini.
Nella tua quiete Signore là dove riposano tutti i tuoi santi dona riposo anche alle anime dei tuoi servi* tu che solo sei immortale.
Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito.
Tu sei il Dio che è disceso nell’Ade e ha fatto cessare i dolori dei prigionieri tu dunque dona il riposo o Salvatore alle anime dei tuoi servi.
E ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Sola Vergine pura e immacolata che senza seme hai generato Dio intercedi per la salvezza delle anime nostre
Ancora preghiamo per la beata memoria e l’eterno riposo delle anime dei tuoi servi defunti perché sia loro perdonata ogni colpa volontaria e involontaria.
Dio degli spiriti e di ogni carne, tu che hai calpestato la morte, annientato il demonio e donato al tuo mondo la vita: tu, Signore, da’ riposo alle anime dei tuoi servi defunti, in luogo luminoso, in luogo verdeggiante, nel luogo del refrigerio da cui sono fuggiti dolore, tristezza e lamento. Perdona ogni peccato da loro commesso in parole, opere e pensieri, perché tu sei Dio buono e amico degli uomini. Non c’è infatti uomo che vive senza peccare: tu solo sei
senza peccato, la tua giustizia è giustizia eterna e la tua parola è verità.
Poiché tu sei la risurrezione, la vita e il riposo dei tuoi servi che si sono addormentati, o Cristo Dio nostro, e a te rendiamo gloria, insieme al Padre tuo senza principio e al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.


Eonìa i mnimi! Eonìa i mnimi! Eonìa i mnimi!
(eterna memoria!)

Colui che è risorto dai morti , Cristo, vero Dio nostro, per l’intercessione della purissima Madre sua; per la potenza della Croce preziosa e vivificante; per la protezione delle venerabili celesti schiere incorporee; per le preghiere del venerabile e glorioso profeta, precursore e battista Giovanni; dei santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode; dei martiri santi, gloriosi e vittoriosi; dei nostri padri pii e teofòri; dei santi e giusti progenitori di Dio, Gioacchino e Anna; di cui facciamo memoria, e di tutti i santi: abbia pietà di noi e ci salvi, poiché è Dio buono, amico degli uomini e misericordioso.
Per le preghiere dei nostri santi padri, Signore Gesù Cristo, Dio, abbi pietà di noi.

Eonìa i mnimi ! Eonìa i mnimi ! Eonìa i mnimi !
(eterna memoria)

mercoledì 15 agosto 2018

La dormizione della Theotokos


La dormizione della Theotokos


di sua santità Bartolomeo I






La Chiesa ortodossa venera intensamente la Madre di Dio – ovvero Theotokos (la Madre di Dio), ovvero Panaghia (la Tuttasanta), come noi preferiamo riferirci a lei – esaltandola non come una pia eccezione ma proprio come un esempio concreto del modo cristiano di affidarsi e rispondere alla vocazione a essere discepoli di Cristo. Maria è straordinaria solo nella sua virtù ordinariamente umana, che noi siamo chiamati a rispettare e imitare come devoti cristiani. La sua morte è commemorata il 15 di agosto, una delle dodici Grandi feste del calendario ortodosso. 

E nel comprendere la “sacra alleanza” o mistero di Maria, che «nessuno può avvicinare con mani non esperte», la teologia ortodossa guarda alla Scrittura ma soprattutto alla Tradizione, in particolare alla liturgia e all’iconografia. A questo riguardo, i cristiani ortodossi collegano Maria prima di tutto al suo ruolo nella divina incarnazione come Madre del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, mentre allo stesso tempo la connettono a una lunga serie di esseri umani – e non divini – che implica la continuità della storia sacra conducendo fino alla nascita del Figlio di Dio, Gesù di Nazareth, duemila anni fa. Isolare Maria da questa stirpe preparatoria o “economica” la separa dalla nostra realtà e la mette al margine rispetto alla nostra salvezza. Anche Maria ha bisogno della salvezza – come tutti gli esseri umani; anche se ella è stata considerata “senza peccati personali”, nondimeno ella resta soggetta alla servitù del peccato originale. Anche se ella è «più onorabile dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini», ciò che vale per noi vale anche per Maria. Benché sia stata «benedetta tra tutte le donne», ella incarna l’unica cosa necessaria tra tutti gli esseri umani, ossia la dedizione alla Parola di Dio e l’affidarsi alla Sua volontà. 
Così, mentre i cristiani ortodossi stanno in chiesa e guardano in alto verso il Pantokrator («colui che contiene tutto»), ossia Cristo, che sovrasta le loro teste durante il culto, essi si trovano direttamente di fronte la Platytera («colei che è più spaziosa di tutto»), ossia la Madre di Dio, che sta immediatamente davanti a loro, proprio nella vasta abside che unisce l’altare con il cielo. Dal momento che, nel dare la nascita a Dio Verbo e «concependo l’inconcepibile» nel suo grembo, ella fu capace di contenere l’incontenibile e di rendere descrivibile colui che non può essere circoscritto. 
Noi impariamo dalla Scrittura che quando Nostro Signore era appeso alla croce, vide sua madre e il suo discepolo Giovanni e si volse alla Vergine Maria dicendo: «Donna, ecco tuo figlio», e a Giovanni dicendo: «Ecco tua madre!» (Gv 19, 25-27). Da quel momento, l’apostolo ed evangelista dell’Amore si prese cura della Theotokos nella sua propria casa. In aggiunta al riferimento negli Atti degli apostoli (At 2, 14), che conferma che la Vergine Maria era con gli apostoli del Signore nella festa della Pentecoste, la Tradizione della Chiesa tiene fermo che la Theotokos rimase nella casa di Giovanni a Gerusalemme, dove ella continuò il suo ministero in parole e opere. 
La tradizione iconografica e liturgica della Chiesa professa anche che al momento della sua morte, i discepoli si trovavano sparsi nel mondo ad annunciare il Vangelo, ma ritornarono a Gerusalemme per rendere omaggio alla Theotokos. A eccezione di Tommaso, tutti gli altri – compreso l’apostolo Paolo – si ritrovarono al suo capezzale. Al momento della sua morte, Gesù Cristo discese per portare la sua anima in cielo. Dopo la sua morte, il corpo della Theotokos fu portato in processione per essere deposto in una tomba vicino al Giardino del Getsemani; quando l’apostolo Tommaso arrivò tre giorni dopo e volle vedere il suo corpo, la tomba era vuota. L’assunzione corporea della Theotokos fu confermata dal messaggio dell’angelo e dall’apparizione di lei agli apostoli, tutte cose che riflettono gli avvenimenti relativi alla morte, sepoltura e risurrezione di Cristo. 
L’icona e la liturgia della festa della morte e sepoltura di Maria tratteggiano chiaramente un servizio funebre, sottolineando allo stesso tempo gli insegnamenti fondamentali riguardo alla risurrezione del corpo di Maria. A questo riguardo, la morte di Maria funge come una festa che afferma la nostra fede e speranza nella vita eterna. Ancora: i cristiani ortodossi si riferiscono a questo evento festivo come alla “Dormizione” (Koimisis, o “l’addormentarsi”) della Theotokos, piuttosto che alla sua “Assunzione” (o “traslazione” fisica) in cielo. Perché sottolineare che Maria è umana, che morì e fu sepolta come gli altri esseri umani, ci dà l’assicurazione che – anche se «né tomba né morte potrebbero contenere la Theotokos, nostra incrollabile speranza e sempre vigilante protezione» (dal kontakiondel giorno) – Maria è in realtà molto più vicina a noi di quanto pensiamo; non ci ha abbandonato. Come rimarca l’apolytikion per la Festa: «Nella nascita, tu hai preservato la tua verginità; nella morte, tu non hai abbandonato il mondo, o Theotokos. Come madre della vita, tu sei partita verso la sorgente della vita, liberando le nostre anime dalla morte per mezzo delle tue intercessioni». 

Per i cristiani ortodossi, Maria non è solo colei che fu “prescelta”. Ella simboleggia soprattutto la scelta che ciascuno di noi è chiamato a compiere in risposta alla divina iniziativa per l’incarnazione (ossia per la nascita di Cristo nei nostri cuori) e per la trasformazione (ossia per la conversione dei nostri cuori dal male al bene). Come san Simeone il nuovo teologo disse nel decimo secolo, noi siamo tutti invitati a diventare Christotokoi (generatori di Cristo) e Theotokoi(generatori di Dio).
Attraverso la sua intercessione, possiamo noi tutti diventare come Maria la Theotokos.

Sua Santità Bartolomeo I - Patriarca di Costantinopoli Nuova Roma


tratto da: http://www.30giorni.it/articoli_id_23181_l1.htm