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mercoledì 31 luglio 2019

La Chiesa Ortodossa ha un nuovo santo San Thomas Alexander Elefherion


San Thomas Alexander Elefherion  

 
 
17 luglio 2019 - Santa Trinità

Cari fratelli e sorelle nel Signore,

"Cristo è in mezzo a noi! - Lo è e lo sarà sempre!"
La nostra famiglia è stata molto fortunata ad avere un santo in cielo 
che prega per ognuno di noi davanti al trono di Dio! THOMAS 
ALEXANDER ELEFTHERION (08 agosto 1966 - 29 dicembre 2015) 
è stato glorificato / canonizzato ... ed è stato proclamato ufficialmente 
santo ... il 4 luglio 2019 a Mosca, dal Santo Sinodo, della Chiesa 
Apostolica Ortodossa della Russia.
San Tommaso ha superato grandi disabilità e handicap con una 
forte fede e amore incondizionato per tutti. 
Ha vissuto una vita degna di lode!
Per favore celebra con noi questa grande benedizione.
San Tommaso prega per noi ...

Vladyka Michael

mercoledì 24 luglio 2019

San Fantino il Taumaturgo, detto il Cavallaro

San Fantino il Taumaturgo, detto il Cavallaro
Il 24 luglio si festeggia San Fantino il Vecchio, detto Il Taumaturgo. Santo ortodosso calabrese di Taureanum (Taureana di Palmi - RC). Dedito alla preghiera e alla carità a lui vengono attribuiti ricordano numerosi miracoli. E' noto anche come "il Cavallaro" perche di mestiere faceva il guardiano di cavalli. Di etnia greco-calabra è considerato il più antico santo della Calabria. La sua cripta è stata riscoperta nella seconda metà del XX secolo ed è un luogo d'incontro tra le comunità cattoliche ed ortodosse calabre. Nel giorno della sua festa è uso benedire cavalli e cavalieri. Nella foto il vescovo Filippo delle Terre di Roma e Padre Antonio Berardo di Rieti mentre procedono alla benedizione dei cavalli presso il Circolo Ippico Conte Manin di Montegiorgio (FM).

sabato 20 luglio 2019

Parabola del Buon Samaritano

Parabola del Buon Samaritano
Una delle Parabole più note del Vangelo secondo Luca (Luca 10,25-37) è la Parabola del Buon Samaritano, una parabola che in se racchiude buona parte della dottrina cristiana della salvezza. L'autore è San Luca (Loukas) un medico siro di religione pagana di Antiochia dei Siri (1) convertito al cristianesimo dall'apostolo Paolo di Tarso (2). Persona colta e dal greco fluente San Luca, oltre al Vangelo a cui ha dato il nome è ricordato anche come autore degli Atti degli Apostoli.
Sotto riportiamo il testo della Parabola:

Il buon Samaritano

25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» 30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. 32 Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 33 Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; 34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". 36 Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 37 Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa». (3)

Un rabbino (dottore della legge ebraica)per mettere in difficoltà Gesù gli domanda quale è la via della salvezza eterna. Alla domanda di Gesù su cosa prescriva la legge, diligentemente risponde citando il Deuteronomio 6,5 "Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze." e il Levitico 19,18 "amerai il prossimo tuo come te stesso" ma poi fece la domanda trabocchetto: «E chi è il mio prossimo?». La domanda, apparentemente semplice in realtà era insidiosa. Per gli ebrei, come anche si legge in qualsiasi Vocabolario della lingua italiana significa vicino (4), per gli ebrei poteva essere esteso agli altri ebrei o, al più, ai non ebrei che vivevano tra di loro. Il prossimo per alcune sette ebraiche non riguardava asolutamente i non ebrei, tanto che alcuni gruppi estremisti come gli Zeloti (5) ed i Sicari (6) non esitavano ad assassinare i pagani. o gli ebrei ritenuti collaborazionisti col potere straniero (es. i sadducei o gli erodiani) che vivevano nel loro territorio. Anche in libri biblici come, ad es. i Maccabei non vi è traccia di una estensione erga omnes di detto termine. Gesù rispone raccontando la parabola,  o storiella esemplificativa, di un giudeo aggredito e spogliato dai briganti che giaceva ferito ai bordi di una strada. Orbene due autorevoli esponenti della nomenclatura religiosa ebraica, un Sacerdote (7) e, successivamente un Levita (8) lo videro, fecero finta di niente e, passarono sull'altro lato della strada per non soccorrerlo (si fecero, come si suol dire "gli affari loro" cosa che oggi in questa civiltà materialista e scristianizzata sembra quasi una cosa lodevole). All'esempio negativo di esponenti del clero ebraico verso un loro correligionario, pure considerato prossimo dalla mentalità ebraica, Gesù pone un esempio positivo, prendendo come pietra di paragone un membro di uno dei gruppi religiosi più odiati e disprezzati dagli ebrei ortodossi: un samaritano (9), cioè il seguace di una religione abramitica considerata eretica ed impura dagli altri ebrei. Al dottore della legge, probabilmente fariseo (i sadducei non credevano nella resurrezione e nell'immortalità dell'anima) Gesù ritorna sul concetto più volte espresso dell'ipocrizia di una religione vissuta come mera osservanza dei precetti (Matteo 23,13: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci") e non come amore per Dio e per gli altri. In questo comportamento amorevole verso l'altro è l'essenza stessa del cristianesimo, che non predica odio verso  chi non accetta la propria verità, come ad esempio, stravolgendo il messaggio cristiano ha fatto spesso il cattolicesimo (vedi le crociate contro gli Albigesi, i Dolcinisti, i Patarini ecc.,  le Pasque Piemontesi, la Strage degli Ugonotti, la IV Crociata contro gli Ortodossi di Costantinopoli, il Sacro Macello contro gli evangelici della Valtellina, la strage dei valdesi di Guardia Piemontese in Calabria ecc.) od oggi l'Islam, che divide le persone in Credenti e non Credenti o Infedeli, i quali ultimi non devono essere aiutati ma semmai sottomessi o uccisi (10). La Chiesa Ortodossa Italiana fin dalla fondazione ha visto nella Parabola del Buon Samaritano un'esempio da seguire ed un mezzo per essere cristiano. Il 20 giugno 2014 fu fondata la Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano, che secondo l'Art. 5 dello Statuto ha,  quale


(Finalità)



La   Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale  nell’ambito della carità cristiana  quali:
a) costituzione, ove possibile, di strutture di volontariato con ambulanza per trasportando ammalati e diversamente abili;
b) costituzione di ambulatori per l’assistenza medico-sanitaria ad ammalati od infortunati;
c) assistenza materiale e spirituale agli ammalati od infortunati nel loro domicilio e nei luoghi di cura;
e) concorrendo con la propria organizzazione ed esperienza a soccorrere le popolazioni colpite da calamità naturali;
f) partecipazione a congressi, seminari, incontri. nazionali ed internazionali nei quali si dibattano problemi inerenti il primo soccorso e la pubblica assistenza;
g) impegnarsi  per la missione di evangelizzazione ed apostolato della Chiesa, manifestando un autentico slancio missionario, con l'intento di  promuovere la diffusione della fede ortodossa italiana.
h) effettuando ogni altro servizio-attività idoneo al raggiungimento degli scopi sociali.

Fini della Confraternita, il cui logo è stato effettuato dal sig. Paolo Roberto Manca di Sassari, che ringraziamo pubblicamente in questo articolo sono, pertanto, quelli di promuovere la carità cristiana nel campo socio sanitario,  il volontariato e la formazione di operatori pastorali di volontari della carità. 

Chi fosse interessato alla Confraternita può scrivere alla seguente email: confraternitabuonsamaritano@gmail.com 
Vi è anche la seguente pagina facebook:  



Mons. Filippo Ortenzi
vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma 
della Chiesa Ortodossa Italiana
Rettore dell'Accademia Ortodossa San Nicodemo L'Aghiorita
Presidente della Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano


NOTE


(1) Antiochia dei Siri (oggi Antakia - Turchia)  - è stata per secoli la capitale politica della Siria e uno dei primi centri di diffusione del Cristianesimo (San Pietro è universalmente riconosciuto come il primo vescovo di Antiochia). Nel 1939 la Francia la cedette alla Turchia.
(2) Tarso (oggi Tarsus - Turchia) - nota per aver dato i natali a San Paolo è stata anche la capitale del Regno Armeno di Cilicia.
(3) Il testo è tratto dalla Bibbia Nuova Riveduta, curata dalla Società Biblica di Ginevra  che ha la particolarità di tenersi al passo con le evoluzioni della lingua italiana e con gli ultimi ritrovamenti archeologici (es. grotte di Qumran) (da Vikipedia)
(4) pròssimo agg. e s. m. [dal lat. proxĭmus, superl. di prope «vicino»]. – 1. Molto vicino (nello spazio), che si trova a brevissima distanza. (Vocabolario Treccani)
(5) zeloti, che significa zelanti,  era un gruppo estremista ebraico di derivazione farisaica fondato da Giuda di Gamala e Saddok il Fariseo, uno degli apostoli Simone proveniva da questa setta, tanto che nei vangeli è definito Simone lo Zelota (o anche il Kananite)
(6) Sicari  era un gruppo terrorista ebraico nato da una scissione degli zeloti. Operavano assassinando la gente con una spada corta che portavano sotto il mantello detta sica, da cui il nome.
(7) Sacerdote o cohen. Nell'ebraismo il sacerdozio costituiva una casta ereditaria (come qualla dei bramini nell'induismo) riservata ai discendenti della famiglia levita di Aronne, gli unici ai quali era concesso di eseguire il culto ed effettuare sacrifici nel Tempio. Gli ebrei col cognome Cohen sono discendenti degli antichi sacerdoti.
(8) Leviti erano i membri della tribù di Levi, dediti al servizio religioso, anche con canti e suoni, e all'assistenza dei sacerdoti. In termini moderni stavano ai sacerdoti ebraici come i diaconi stanno a quelli cristiani. Gli attiuali ebrei discendenti degli antichi leviti fanno di cognome Levi.
(9) Samaritani (dall'ebraico shomronim - custodi della legge) sono i discendenti di ebrei della tribù di Efraim e Manasse rimaste in Canaan durante l'Esilio Babilonese dei giudei, e mescolatesi con le popolazioni pagane cananee. Il luogo dove erano concentrati era detto Samaria.  Dai Giudei, che si sentivano gli unici autentici ebrei, erano considerati eretici ed etnicamente impuri. Ai tempi di Gesù vi era ancora un forte astio tra le due comunità. Al contrario degli israeliti i samaritani hanno come Monte Sacro non Sion ma il Garizim ed hanno una loro Torah, che secondo alcuni studiosi ha più punti di contatto con la Septuginta ortodossa che quella masoretica. Un tempo numerosi hanno subito, nel corso dei secoli numerose persecuzioni da parte islamica ed oggi sopravvivono ancora in numero limitato (circa 800) tra la Palestina (Nablus)) ed Israele (Holon) venendo visti con antipatia sia dagli ebrei, che li considerano eretici e palestinesi che dai musulmani che li vedono come ebrei.
(10) Infedeli  Il Corano è pieno di Sure (capitoli) che incitano alla lotta ed alla violenza verso gli infedeli. Es: [8;12] "Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi" - [9;5] "…uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati." [2;88]- "Allah ha maledetto i miscredenti" - [2;191] "Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati:la persecuzione è peggiore dell'omicidio." - [2;193] "Combatteteli finché  il culto sia reso solo ad Allah." - [5;17,51] "O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani." - [9;29] "Combattete coloro che non credono in Allah…che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati." - [33;64] "In verità Allah ha maledetto i miscredenti ed ha preparato
per loro la Fiamma" ecc. ecc. 




venerdì 19 luglio 2019

19 luglio 1620 Strage Cattolica in Valtellina

19 luglio 1620 
Strage Cattolica in Valtellina
Il 19 luglio 1620 un'armata cattolica diretta dal cav. Giacomo Robustelli, aizzata da frati francescani e domenicani, assaltò la Valtellina (attuale provincia lombarda di Sondrio) rea di aver aderito alla Chiesa Evangelica riformata (calvinista). La furia cattolica, fu terribile, soltanto nella città di Tirano furono sterminate oltre 600 persone, comprese donne, vecchi e bambini. Con la violenza, le stragi e l'inquisizione la Valtellina fu  ricattolicizzata. Se la memoria delle stragi di Tirano e della Valtellina non è andata perduta lo si deve allo storico Cesare Cantù, che durante il Risorgimento (ostacolato dalla Chiesa Cattolica e dalle armate austro-ungariche e borboniche), nel 1853 pubblicò un libro dal titolo: "Il Sacro Macello in Valtellina". Anche oggi, nonostante apparentemente la Chiesa Cattolica mostri ecumenismo e dialogo interreligioso, l'intolleranza nei confronti degli altri cristiani non è scomparsa. Basti pensare alla Diocesi di Frosinone dove abbondano le scomuniche verso la Chiesa della Nuova Gerusalemme, quella Vetero Cattolica Fidelitas e la comunità ortodossa di Valle Paradiso della Chiesa Ortodossa Italiana. In quest'ultimo caso va ricordata anche una aggressione fatta da alcuni parrocchiali cattolici baucani contro la proprietaria del Santuario Ortodosso della Santissima Trinità per la quale è stata effettuata una denuncia presso la Caserma dei Carabinieri di Boville Ernica. E per fortuna che sono cambiati i tempi sennò, in quei tempi .... l'avrebbero bruciata viva nel rogo come eretica.
La foto sotto il titolo è esposta presso la biblioteca comunale di Coira (Canton Grigioni - Svizzera)
mons. Filippo Ortenzi
vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma

mercoledì 17 luglio 2019

San Nicola II martire e grande portatore della Passione

San Nicola II
martire e grande portatore della Passione
Il 17 luglio 2018 ad Ekaterinburg furono assassinati dai carcerieri comunisti bolscevichi lo Zar Nicola II (Nikolaj Aleksandrovič Romanov) insieme con i membri della famiglia imperiale. Nell'anno 2000, lo zar NIcola II (Imperatore di tutte le Russie e dell'Ecumene Ortodosso, zar di Polonia, di Kiev, Astrakan e della Siberia ... Granduca di Finlandia e Lituania; Sovrano di Iveria, Armenia e del Turkstan; duca dello Sclewiq-Holstein ecc)  fu glorificato dalla Chiesa Ortodossa Russa in una partecipatissima cerimonia guidata da Sua Santità Aleksei, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.  Nicola II e la sua famiglia furono dichiarati Santi Martiri anche in  considerazione  del contegno da loro tenuto durante la deportazione e la prigionia, compreso, come attestato da diari e lettere ritrovate dopo il loro assassinio, di aver cristianamente concesso il perdono ai loro carnefici. Il culto di San Nicola Romanov si è diffuso poi in tutto l'ecumene ortodosso, come dimostra la foto riportante una Santa Icona Miracolosa portata in processione in Serbia.

lunedì 15 luglio 2019

15 luglio 1054 - Scisma della Chiesa Cattolica dall'Ortodossia

15 luglio 1054 
Scisma della Chiesa Cattolica dall'Ortodossia
Anche se, di fatto i rapporti tra cattolici e ortodossi si erano irrimediabilmente incrinati nel 1204, quando sotto il Pontificato di Innocenzo III la Chiesa d'Occidente antepose le crociate contro altri cristiani a quelle contro l'islam (Crociata contro i catari in Francia, gli albigesi in Italia e gli Ortodossi in Asia Minore e Grecia) ammazzando decine di migliaia di altri cristiani nel nome dell'autorità pietrina (specie in Provenza nella Francia meriodionale) lo scisma tra Oriente e Occidente viene universalmente datato il 15 luglio 1054. In una intervista al periodico cattolico 30 giorni (n. 1 - 2004) il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I pone quale pietra miliare della divisione tra Oriente Ortodosso e Occidente Cattolico il sacco di Costantinopoli-Nuova Roma del 1204, effettuato dalle armate cattoliche della IV Crociata che, almeno in teoria, avrebbero dovuto liberare Gerusalemme e non conquistare Costantinopoli: "Nel 1204 fu saccheggiata in modo inumano e barbaro Costantinopoli, come se fosse una città di infedeli e non di persone della stessa fede cristiana. Fu insediata in essa e in molte altre città una gerarchia ecclesiastica latina, come se quella ortodossa non fosse stata cristiana. Fu proclamato che al di fuori della Chiesa papale non esiste salvezza, cosa che significava che la Chiesa ortodossa non salva. Fu inaugurato e posto in atto sistematicamente un imponente sforzo di latinizzazione di matrice franca della Chiesa ortodossa d’Oriente."  Dopo tale sacco i crociati nominarono imperatore il conte Baldovino IX di Fiandra e Patriarca di Costantinopoli dei Latini il nobile veneziano Tommaso Morosini. Precedentemente anche il Santo Padre teoforo Fozio, Patriarca di Costantinopoli-Nuova Roma (p.s. gli abitanti di Costantinopoli non si sono mai autodefiniti bizantini, bensì romani), confessore e difensore della Fede Ortodossa in Cristo  scrisse una Enciclica contro gli errori dottrinali della Chiesa Latina. Ciò ricordato l'atto ufficiale di reciproca scomunica tra il Papa  Leone IX e il Patriarca di Costantinopoli-Nuova Roma Michele I Cerulario non è che la conseguenza di una divisione che, di fatto, già esisteva da secoli. Va ricordato comunque che la scomunica e, conseguente anatema, nei confronti del vescovo di Roma fu firmata congiuntamente da tutti i Patriarchi dell'Ecumene Ortodossa: Costantinopoli-Nuova Roma, Alessandria d'Egitto, Gerusalemme ed Antiochia dei Siri). 
Motivi dello scisma:
- Filoque la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, che non ha giustificazioni scritturali, fu introdotta dal clero visigoto e, successivamente adottato da quello Franco e accolto, successivamente, dal Papato per tutta la Chiesa latina d'Occidente, Esso va contro il Credo approvato dal Concilio di Nicea nel 325 e contro quanto normato dal Concilio di Efeso per il quale ogni canone precedentemente approvato può essere modificato unicamente per consenso conciliare.
- Primato d'autorità del Papa. Il Vescovo di Roma e Patriarca dell'Occidente (questo ultimo titolo è stato abrogato da Benedetto XVI) col tempo si è sentito investito di un principio di autorità giurisdizionale in quanto successore di Pietro (in verità San Pietro è dubbio sia stato mai vescovo di Roma, di sicuro lo è stato di Antiochia dei Siri e non è mai stato il capo della cristianità primitiva, come dimostra il Concilio Apostolico di Gerusalemme che fu presieduto da San Giacomo il Giusto, fratello del Signore, come riportato da San Luca negli Atti degli Apostoli). Essendo vescovo della capitale dell'Impero si autoattribuì il titolo di Pontefice  (Pontifex Maximus), titolo pagano che designava la massima autorità religiosa dell'Impero. Al Papa, che si sentiva il successore politico e religioso degli imperatori romani, fu attribuita la qualifica di Capo del Mondo"Caput totius orbis"  con il conseguente diritto divino sul governo delle cose sia di Cesare che di Dio. La Chiesa Cattolica così sostituiva la figura di Cristo quale Capo e pietra angolare della Chiesa con quella di Pietro e dei suoi successori, i Papi, ai quali, al pari di Cristo che regna in Cielo, viene riconosciuto il diritto di governare la terra con potere assoluto su tutte le persone e le istituzioni cristiane. Inoltre, con sommo sdegno de parte dell'ortodossia, fin dall'VIII secolo il Papa si attribuiva il titolo di Vicario di Dio (Cristo) in terra, posizione questa che ha portato nel 1870 al dogna dell'infallibilità del Papa, che oltre a causare lo scisma dei Vetero-Cattolici ha posto una pietra insormontabile ad ogni eventuale riunione tra le Chiese Ortodosse e quella Cattolica.
- Pane azzimo nell'Eucarestia. Mentre la Chiesa ortodossa ha sempre mantenuto il sacramento dell'eucarestia nelle due forme del pane e del vino, la Chiesa Cattolica, col tempo, in contrasto con la tradizione della Chiesa delle origini, ha sostituito l'ostia  (pane azzimo) al pane, mentre il vino è stato riservato unicamente ai membri del clero. Per gli ortodossi si viola i precetti evangelici (Mt 26,26-29 - Lu 22,19-20 - 1Co 11,23-25) e togliere il lievito al pane è come togliergli l'anima.
- Matrimonio del clero. Sebbene gli Apostoli fossero quasi tutti sposati (ad eccezione di Andrea fratello di Pietro e Giuda Iscariota, colui che lo ha tradito - Giovanni Evangelista detto il Teologo non era sposato alla morte di Gesù ma si sposò in seguito) la Chiesa Cattolica col tempo ha imposto il celibato ai sacerdoti (va ricordato che nell'antichità anche i Papi si sposavano, vedi Papa Ormisda che ebbe un figlio che salì al trono pontificio col nome di Papa Silverio). 
- Sacramento della Confermazione. Mentre nell'Ortodossia la crismazione può essere effettuata dai sacerdoti, nella Chiesa Cattolica questo privilegio è stato  concesso unicamente ai vescovi.


A queste differenze che decretarono la rottura tra l'Ortodossia,  fondata su una struttura democratica, rimasta fedele ai dettati della Chiesa primitiva e basata sulla collegialità e sulla sinodalità e la Cattolicità fondata sulla monarchia assoluta di un Capo visto come una specie di semidivinità (Vicario di Dio in terra) vanno aggiunte altre  differenze dogmatiche quali:
- Purgatorio della cui esistenza non vi sono tracce nelle Sacre Scritture sia neo che vetero-testamentarie.
- Indulgenze potere della Chiesa di sostituirsi a Dio nella possibilità di scontare pene nell'aldilà e anche essa senza giustificazioni bibliche (causa prima  dello scisma protestante)
- Estrema Unzione, l'Unzione degli Infermi, della quale parlano sia gli apostoli: Mc 6,12-13; Mc 16,17-18; Mt 10,8 che San Giacomo nella sua Epistola: 1,14-16) data ai malati sia fisici che spirituali, col tempo la Chiesa Cattolica (XI secolo) lo ha ridotto ad Estema Unzione, data soltanto in punto di morte.
- Matrimonio, la Chiesa Cattolica interpreta le parole di Gesù  riportate da MT 19:3-9 "Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio»”come indissulubilità, mentre la Chiesa ortodossa valuta diversamente quanto ho riportato in neretto ed ammette anche le seconde e terze nozze ("finché morte non ci separi" riferita alla sposa maltrattata e picchiata quotidianamente da un marito violento significa che deve rimanergli accando finché non venga uccisa? Non credo abbia senso o sia veramante cristiano)
- Immacolata Concezione e Assunzione di Maria. Sono due dogmi che non hanno riscontri biblici, evangelici e patristici e che l'Ortodossia, pur devota alla Theotokos, la Tutta Santa e Vergine Maria, madre di Dio non riconosce.

Filippo Ortenzi
Vescovo del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma 
della Chiesa Ortodossa Italiana

domenica 14 luglio 2019

La Chiesa Ortodossa Italiana esprime solidarietà a Emiliano Ciotti

La  Chiesa Ortodossa Italiana 
esprime solidarietà a Emiliano Ciotti
Emiliano Ciotti è un personaggio che da anni si batte per far conoscere fatti scomodi avvenuti nel nostro Paese, e soprattutto nelle provincie di Frosinone e Latina (all'epoca Littoria) negli anni 1943-1944 ad opera delle truppe franco-marocchine del CEF - Corpo di Spedizione Francese del Gen. Alphonse Juin. Emiliano è un combattente e sicuro che, come ha detto lo scrittore britannico George Orwell: "In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario", da anni sta conducendo una battaglia per far conoscere dei fatti che la cultura dominante vorrebbe relegata all'oblio. Per far questo ha fondato anche una associazione: l'Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, della quale è Vice-Presidente il nostro diacono Padre Sergio Arduini, con lo scopo di rendere vivo il ricordo delle malefatte compiute dalle truppe afro-islamiche durante la cosiddetta Liberazione del nostro Paese. Crimini che essendo stati commessi dai liberatori si è cercato e si cerca ancora di minimizzare o nascondere. Tanto più oggi che stampa, intellighenzia e partiti di Sinistra sono schierati a favore di una nuova invasione afro-islamica. Le truppe coloniali franco-marocchine erano formate in maggioranza da mussulmani provenienti dalle montagne del Riff conosciuti come goumiers, nel cui equipaggiamento era compreso anche un tipico coltello ricurvo detto koumie, con il quale tagliavano le orecchie ai nemici per farne collane. Solitamente non facevano prigionieri e decapitavano i nemici catturati, come ad Esperia dove diversi soldati tedeschi preferironmo il suicidio alla caduta in mano marocchina.
Nelle zone dove passarono le truppe coloniali franco-marocchine furono numerosi gli stupri ai danni di donne, uomini e bambini. Molte persone furono uccise perché cercavano di difendere i familiari e, dopo il loro passaggio, lasciarono strascichi in tante donne che furono isolate dalla comunità, centinaia di bambini nati dagli stupri finiti per lo più negli orfanatrofi, senza parlare  dell'aumento delle malattie veneree come sifilite e blenorragia. Emiliano Ciotti ha raccolto numerose  testimonianze su tutto ciò e pubblicato un libro dal titolo: Le marocchinate, cronache di uno stupro annunciato che sta promuovendo soprattutto nei territori ove si sono verificati gli eventi, E' proprio per questa opera di verità (Gesù disse: "conoscete la verità e la verità vi farà liberi" Giov. 8,32) che Emiliano Ciotti, cristiano irreprensibile e scrittore documentato, sta ricevendo, da anni, minacce ed insulti nel nome dell'anti-fascismo e del filo-immigrazionismo islamico. Già nel passato ha denunciato minacce di morte sia in italiano che francese, scritte minacciose sull'asfalto e sui muri e, per ultimo, un tentativo di incendio della sua auto avvenuta a Castelforte dove, su invito del sindaco, stava promuovendo il suo libro. Ad Emiliano Ciotti e all'Associazione Nazionale Vittime della Marocchinate giunga la vicinanza e la solidarietà della Chiesa Ortodossa Italiana.

Nelle foto in alto, al centro il vescovo del Lazio con in mano il libro di Ciotti (alla destra) e alla sinistra Padre Sergio.
Nella foto in basso un manifesto di propaganda della RSI che denunciava gli stupri operate dalle truppe franco-marocchine.

Per doverosa informazione degli atti di violenza non furono f urono responsabili unicamente le truppe coloniali africane ed islamiche ma, in diversi casi, anche i francesi bianchi e cattolici delle stesse truppe.

Vescovo Filippo Ortenzi, arcivescovo delle Terre di Roma

lunedì 1 luglio 2019

Sostituzione etnica ed Olocausto dei cristiani ortodossi in Turchia

Sostituzione etnica ed Olocausto 
dei cristiani ortodossi in Turchia
donne armene crocifisse dai turchi

Storia dell'Asia Minore: 1894-1923
Durante il 1894-1923 l'impero ottomano condusse una politica di genocidio della popolazione cristiana che viveva nel suo vasto territorio. Il Sultano, Abdul Hamid, per primo fece avanzare una politica governativa di genocidio contro gli armeni dell'Impero ottomano nel 1894.
Massacri sistematici si sono verificati nel 1894-1896 quando Abdul uccise selvaggiamente 300.000 armeni in tutte le province. I massacri si ripresentarono e nel 1909 le truppe governative uccisero, nelle sole città di Adana, oltre 20.000 armeni cristiani.
Quando scoppiò la prima guerra mondiale, l'impero ottomano fu governato dalla dittatura "giovane turco" che si alleò con la Germania. Il governo turco ha deciso di eliminare l'intera popolazione cristiana di greci, armeni, siriani e nestoriani. Lo slogan del governo, "Turchia per i turchi", è servito a incoraggiare i civili turchi su una politica di pulizia etnica.
Il prossimo passo del genocidio armeno ebbe inizio il 24 aprile 1915 con l'arresto di massa e l'ultimo omicidio di leader religiosi, politici e intellettuali a Costantinopoli e altrove nell'impero. Quindi, in ogni comunità armena, si sviluppò un genocidio attentamente pianificato: arresto di clero e altre persone di spicco, disarmo della popolazione e soldati armeni che prestavano servizio nell'esercito ottomano, segregazione e esecuzione pubblica di leader e uomini normodotati, e la deportazione a i deserti delle restanti donne armene, bambini e anziani. Il famoso storico Arnold Toynbee ha scritto che il crimine è stato concertato in modo molto sistematico perché ci sono prove di procedure identiche da oltre cinquanta posti".
Il genocidio partiva dai distretti di confine e dalle coste e lavorava nell'entroterra fino ai villaggi più remoti. Oltre 1,5 milioni di cristiani armeni, tra cui oltre 4000 vescovi e sacerdoti, sono stati uccisi in questa fase del genocidio.
I cristiani greci, in particolare nella zona del Mar Nero conosciuta come Pontus, che aveva sofferto per le persecuzioni e gli omicidi turchi per tutto il tempo, videro i turchi girare più ferocemente su di loro mentre la prima guerra mondiale si concludeva. Le potenze alleate, in una conferenza di pace a Parigi nel 1919, premiarono la Grecia per il suo sostegno invitando il primo ministro Venizelos a occupare la città di Smirne con il suo ricco entroterra, e collocarono la provincia sotto il controllo della Grecia. Questa azione fece arrabbiare molto i turchi. L'occupazione greca fu pacifica ma attirò il fuoco immediato dalle forze turche nelle zone periferiche. Quando l'esercito greco si schierò per proteggere il suo popolo, scoppiò una guerra a tutti gli effetti tra la Grecia e la Turchia (la guerra greco-turca).
Il trattato di Sèvres, firmato nel 1920 per porre fine alla prima guerra mondiale e che prevedeva un'Armenia indipendente, non fu mai ratificato. I termini del trattato cambiarono non molto tempo dopo che l'inchiostro si asciugò mentre Inghilterra, Francia e Italia cominciarono a negoziare segretamente con Mustafa Kemel (Ataturk) per ottenere il diritto di sfruttare i giacimenti petroliferi nel Mozul (ora Iraq). Tradito dalle potenze alleate, il fronte militare greco, dopo 40 lunghi mesi di guerra, crollò e si ritirò mentre i turchi ricominciavano ad occupare l'Asia Minore.
Il settembre 1922 segnò la fine della presenza greca e armena nella città di Smirne. Il 9 settembre 1922 i Turchi entrarono a Smirne; e dopo aver sistematicamente ucciso gli armeni nelle loro case, le forze di Ataturk hanno acceso i greci il cui numero si era gonfiato, con l'aggiunta di rifugiati che avevano lasciato i loro villaggi all'interno della Turchia, a oltre 400.000 uomini, donne e bambini.
I turchi conquistatori andarono di casa in casa, saccheggiando, saccheggiando, violentando e uccidendo la popolazione. Alla fine, quando il vento si era trasformato in modo da soffiare verso il mare in modo che il piccolo quartiere turco sul retro della città non fosse in pericolo, le forze turche, guidate dai loro ufficiali, versarono cherosene sugli edifici e le case del greco e settori armeni e metterli a fuoco. Quindi, tutti gli abitanti rimasti vivi della città sono stati spazzati via per essere catturati tra un muro di fuoco e il mare. Il molo di Smirne divenne una scena di disperazione finale mentre le fiamme che si avvicinavano costrinsero migliaia di persone a saltare alla loro morte oa essere consumate dal fuoco.
Le navi da guerra alleate e la pattuglia a terra dei militari francesi, britannici e americani furono testimoni oculari degli eventi. George Horton, il console americano di Smirne, paragonò il finale di Smirne alla distruzione romana di Cartagine. E 'citato in Smyrna (1922, scritto da Marjorie Dobkin) come dicendo: Eppure non c'era una flotta di navi da guerra cristiane a Cartagine alla ricerca di una situazione di cui i loro governi erano responsabili. "  Questo orribile atto scatenò l'ultima fase del genocidio contro il Cristiani dell'Asia minore turca.
Il 9 settembre 1997, una serie di oratori e di servizi commemorativi, onorando la memoria dei 3,5 milioni di cristiani che furono uccisi dalle persecuzioni turche dal 1894 al 1923, si svolse nella grande area di Baltimora Washington. Il servizio funebre è stato condotto dai cori della Chiesa armena di Santa Maria, la Chiesa greco-ortodossa di Santa Caterina, p. George Alexson di St. Katherine, p. Vertanes Katayjian di St. Mary e altri sacerdoti ortodossi. 
Il 75 ° anniversario dell'Olocausto cristiano fu memorizzato il 9 settembre 1997, data nel 1922 della distruzione della città di Smirne. Questo memoriale onora la memoria di oltre 3,5 milioni di cristiani uccisi dalle persecuzioni turche dal 1894 al 1923. Non solo questo era il memoriale dell'Olocausto di Smirne (ora Izmir) e il martirio del Metropolitan Chrysostomos di Smirne, ma anche dei 3,5 milioni di cristiani che morirono durante il primo Olocausto di questo secolo. Ma gli eventi del 1922 non sono un incidente isolato. Le atrocità commesse dalle forze turche contro una popolazione civile sono iniziate prima della prima guerra mondiale e non si sono mai concluse. Questo evento cerca di esporre il continuum di una campagna turca di persecuzione, deportazione e omicidio progettata per liberare l'Asia dalla sua popolazione cristiana.

GRECI
1914400.000coscritti morti nelle brigate di lavoro forzato
1922100.000massacrato o bruciato vivo a Smirne
1916-1922350.000Ponzioni massacrate o uccise durante le deportazioni forzate
1914-1922900.000perisca da maltrattamenti, fame e massacri; totale di tutte le altre aree dell'Asia Minore
TOTALE:1.750.000Cristiani greci martirizzati 1914-1922

ARMENI
1894-1896300.000massacrati
1915-19161.500.000perire in massacri e deportazioni forzate (con filiali al 1923)
192230.000massacrato o bruciato vivo a Smirne
TOTALE:1.800.000Cristiani armeni martirizzati 1894-1923

SIRIANI E NESTORNI
1915-1917100.000Cristiani massacrati
cristiani impiccati dai  mussulmani in Turchia
La popolazione nativa dell'Asia Minore fa risalire le sue radici cristiane agli albori del cristianesimo. gli armeni, un popolo antico, risalgono a 2500 anni fa. Nel 301 d.C. il re armeno Dftad dichiarò il cristianesimo come religione ufficiale del regno, facendo dell'Armenia il primo stato politico cristiano nel mondo. La migrazione delle tribù greche in Asia Minore iniziò poco prima del 2000 aC e i Greci costruirono dozzine di città come Smirne, Focea, Pergamo, Efeso e Bisanzio (Costantinopoli). Gli abitanti nativi dell'Asia Minore, tra i primi ad accettare il messaggio del cristianesimo, furono in seguito perseguitati e sradicati dalle loro terre a causa di quella stessa fede. Le tribù turche affliggevano la regione. Più tardi un'altra tribù, i turchi Oyuz che abbracciarono l'Islam e alla fine produssero i turchi ottomani conquistarono la Persia,

Sotto l'impero ottomano i cristiani subirono un costante declino. Le conversioni forzate all'Islam, il rapimento di bambini da servire nel fanatico corpo dei giannizzeri, le persecuzioni e l'oppressione hanno ridotto la popolazione cristiana. L'oppressione si intensificò, conducendo al genocidio. Il clero cristiano era un bersaglio costante della persecuzione turca, in particolare dopo che la politica del 1894 sul genocidio armeno era stata dichiarata dal sultano Abdul Hamid.
Vittime di orribile tortura, molti sacerdoti ortodossi sono stati martirizzati per la loro fede. Tra i primi c'era il metropolita Chrysostomos che fu martirizzato, non solo per uccidere un uomo ma, per insultare una religione sacra e un popolo antico e onorevole. Chrysostomos fu incoronato come Metropolitan of Smyrna il 10 maggio 1910. Il metropolita Chrysostomos si oppose coraggiosamente alla rabbia anti-cristiana dei turchi e cercò di sollevare la pressione internazionale contro la persecuzione dei cristiani turchi. Ha scritto molte lettere ai leader europei e alla stampa occidentale nel tentativo di denunciare le politiche di genocidio dei turchi. Nel 1922, in Smyrna non protetta, Chrysostomos disse a quelli che lo supplicavano di fuggire: "È la tradizione della Chiesa greca e il dovere del sacerdote di rimanere con la sua congregazione".
Il 9 settembre le folle si sono precipitate nella cattedrale per ripararsi quando Chrysostomos, pallido dal digiuno e dalla mancanza di sonno, ha guidato la sua ultima preghiera. La Divina Liturgia finì quando la polizia turca venne in chiesa e condusse via Crisostomo. Il generale turco Nouredin Pasha, noto come il "macellaio di Ionia", prima sputò sul Metropolitan e lo informò che un tribunale di Angora (ora Ankara) lo aveva già condannato a morte. Una folla cadde su Chrysostomos e strappò gli occhi. Sanguinando copiosamente, fu trascinato per le strade dalla barba. È stato picchiato e preso a calci e parti del suo corpo sono state tagliate. Per tutto il tempo Chrysostomos, con la faccia coperta di sangue, pregava: "Padre santo, perdona loro, perché non sanno quello che stanno facendo". Ogni tanto, quando aveva la forza, avrebbe alzato la mano e benedetto i suoi persecutori; un turco, rendendosi conto di quello che stava facendo il metropolita, gli tagliò la mano con una spada. Il Metropolitan Chrysostomos è stato poi violato per essere messo a pezzi dalla folla inferocita.
Tra le centinaia di chierici armeni perseguitati e assassinati vi erano il vescovo Khosrov Behrigian e il Reverendissimo padre mons. Chghladian.
Il vescovo Behrigian (1869-1915) nacque a Zara e divenne il primate della diocesi di Cesarea / Kayseri nel 1915. Fu arrestato dalla polizia turca al suo ritorno da Etchmiadzin dove era appena stato consacrato vescovo. Informato del suo destino, il vescovo chiese una pallottola alla testa. Ignorando deliberatamente la sua richiesta, la polizia lo legò a uno "yataghan" dove le pecore furono macellate e poi procedette a incidere il suo corpo a parte mentre era ancora vivo.
Padre Chghladian è nato a Tatvan. Nel maggio del 1915, come parte della campagna di arresti di massa, deportazioni e omicidi, il sacerdote fu torturato e mostrato in processione, guidato da sceicchi e dervisci accompagnato da tamburi, per le strade di Dikranagerd. Una volta che la processione è tornata alla moschea, alla presenza di funzionari governativi, gli sceicchi hanno versato olio sul prete e lo hanno bruciato vivo.
Quattro dei vescovi martiri che furono assassinati tra il 1921 e il 1922 sono oggi elevati alla santità nella Chiesa greco-ortodossa: sono, oltre al metropolita Chrysostomos, i vescovi Efthimios, Gregorios e Ambrosios.
Il vescovo Efthimios di Amasia è stato catturato dalla polizia turca e torturato quotidianamente per 41 giorni. Negli ultimi giorni della sua vita cantò il suo memoriale funebre fino a morire definitivamente nella sua cella il 29 maggio 1921. Tre giorni dopo arrivò un ordine scritto per la sua esecuzione da Mustafa Kemal (Ataturk). 
genocidio armeno
 

Il metropolita Gregorios di Kydonion è rimasto con la sua chiesa fino alla fine, aiutando 20.000 dei suoi 35.000 parrocchiani a fuggire a Mitilene e in altre parti libere della Grecia. Il 3 ottobre 1922 furono giustiziati i rimanenti 15.000 cristiani ortodossi; il Metropolitan fu salvato per essere sepolto vivo.
Il metropolita Ambrosios di Moshonesion, insieme a 12 sacerdoti e 6.000 cristiani, fu inviato dai turchi in una marcia forzata di deportazione in Asia centrale minore. Tutti loro perirono sulla strada, alcuni uccisi da irregolari turchi e civili, il resto lasciato morire di fame. Il vescovo Ambrosios morì il 15 settembre 1922 quando la polizia turca inchiodò ferri di cavallo in piedi e poi tagliò il suo corpo in pezzi.
"Avevo cinque o sei anni nel 1922 e ricordo ancora le canzoni di Akrita e il lutto delle donne greche che portavano ceste piene di teste mozzate giù dalle montagne, non dimenticherò mai le donne che improvvisamente si resero conto che uno le teste nel cesto che portava erano quelle di suo figlio. " - Costantino Koukides, rifugiato di Ponzio
Per Papa Francesco l'Islam è una religione di pace - per i cristiani dell'anatolia ha rappresentato la pace eterna

"Ho dato ordini alle mie Unità della Morte di sterminare senza misericordia o pietà, uomini, donne e bambini appartenenti alla razza di lingua polacca, solo in questo modo possiamo acquisire il territorio vitale di cui abbiamo bisogno.Dopo  tutto, chi si ricorda lo sterminio degli armeni? " - Adolf Hitler, 22 agosto 1939

reverendo padre Raphael Moore