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giovedì 30 aprile 2020

BABY TRANS - il Governo Conservatore inglese contro il cambio di sesso dei minorenni


Baby  Trans
vietati dal governo conservatore  inglese
Dopo le denunce di una decina di medici che hanno abbandonato la clinica Tavistock denunciando come contrari alla deontologia medica i trattamenti effettuati su diversi minorenni per fargli cambiare sesso, nonché di  alcuni minorenni pentiti (detransitioners) il governo Johnson ha abbandonato il "politicamente corretto" che significava l'asservimento del potere politico alla lobby Lgbt e deciso di modificare la legge che permette, anche ai minorenni, di essere sottoposti a trattamenti per il cambio di sesso. Le denuncia effettuate dalle comunità religiose ortodosse e di talune chiese protestanti (per lo più pentecostali) non erano prese in considerazione, dal momento che anche le Chiese cristiane maggioritarie (Anglicana e Cattolica) hanno evitato di scontrarsi con una lobby che nel Regno Unito, come anche negli USA e in Italia, è molto potente. A parere dei medici dissenzienti, anziché sottoporre dei bambini e delle bambine a pesanti cure ormonali (ad esempio quelle effettuate sulle bambine per fargli crescere il pelo sulla faccia o sui bambini per fargli crescere i seni)  e a danni irreversibili con l'asportazione e sostituzione degli originari organi sessuali, era compito dei medici di aiutarli psicologicamente a risolvere la confusione mentale spesso causata dalla propaganda gender e dalla cultura arcobaleno, liberal e di sinistra (quella mai attaccata dal Papa di Roma, che al contrario non smette di attaccare i cristiani fedeli alla tradizione e al messaggio evangelico)  che in Gran Bretagna, come in Italia, viene propagandata anche a livello scolastico. Alcuni "detransitioners"  (ossia baby-trans pentiti)  hanno denunciato la pressione effettuata dalle organizzazioni Lgbt  per farli sottoporre ad un  "trattamento necessario" ad evitare i suicidi, mentre è il bombardamento ormonale o l'intervento chirurgico ad aver fatto pensare a molti di loro di togliersi la vita. In Italia sono poche le organizzazioni che si oppongono alla deriva arcobaleno e alla dottrina gender, oltre la Chiesa Ortodossa Italiana (www.chiesa-ortodossa.com) che ho l'onore di dirigere, l'Alleanza Cristiana Evangelica di Adriano Crepaldi, la Chiesa Apostolica di Cristo Re del pastore Francesco Barile, l'associazione Pro Vita, il giornale cattolico conservatore La Nuova Bussola Quotidiana e pochi altri, mentre si segnala la deriva filo-ideologia arcobaleno delle chiese protestanti storiche (valdo-metodiste e non solo), delle chiese cattoliche ecumeniche e carismatiche e l'assordante silenzio del Vaticano.


mons. Filippo Ortenzi

giovedì 23 aprile 2020

Auguri a tutti i cavalieri 23 aprile - Festa di San Giorgio

Auguri a tutti i cavalieri

23 aprile - Festa di San Giorgio 




Noi   mons. Filippo Ortenzi

Arcivescovo di Roma e Metropolita d'Italia

della Chiesa Ortodossa Italiana



impartiamo 

nel giorno di San Giorgio Megalomartire 
patrono della Cavalleria 


la nostra
Apostolica Benedizione
a tutti i

Cavalieri 




martedì 21 aprile 2020

Intecomunione con le Metropolie delle Chiese Cattoliche Ortodosse Russa e Bielorussa del Brasile

Intecomunione con le Metropolie 
delle Chiese Cattoliche Ortodosse
          Russa e Bielorussa del Brasile




E' stata sottoscritta, tra la     Chiesa Ortodossa Italiana, rappre-sentata   da    mons.  Filippo  Ortenzi,  e  le Metropolie del Brasile della   Igreja  Catolica Ortodoxa Russa no Brasil,  rappresentata  da vladyka Dom Theophilus (al secolo Sidney Pinto Guedes),     in  obbedienza alla parola di Nostro Signore  Gesù   Cristo      “perché tutti siano una cosa sola      (Giovanni XVII,20) ed in base alla totale osservanza   dei Santi Canoni della  Santa    Chiesa    Ortodossa,       la piena intercomunione  sacrale,  liturgica  e canonica tra le nostre Chiese. 
Le nostre Chiese  mantengono  una  comunità  di  fede    assoluta trasmessa dagli Apostoli, credono nei primi 7 concili ecumenici,
hanno valide linee di successioni apostoliche, professano in-variato il credo niceno-costantinopolitano, riconoscono i sette misteri ( sacramenti), praticano il sacerdozio per gli uomini come stabilito da nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo, scegliendo dodici uomini come suoi discepoli.

Analoga intercomunione è stata sottoscritta con la Igreja  Catolica Ortodoxa Bielorussa no Brasil, rappresentata dall'Arcivescovo Primate  vladyka dom Nagui Zayat.


domenica 19 aprile 2020

Christòs anèsti - Cristo è risorto


Christòs anèsti
Cristo è risorto



Cristo è risorto dai morti, con la morte ha distrutto la morte, dando in grazia la vita a coloro che giacevano nei sepolcri. 

Nel giorno della Pasqua Ortodossa la luce di Gesù risorto, disperda le tenebre del cuore e dello spirito e giunga a tutti voi i nostri migliori auguri di risurrezione per la nostra martoriata Patria.

La Pasqua (Paschalion) è la festa più importante dell'Ortodossia, è la Festa delle Feste  dove si fa memoria della Risurrezione di Gesù Cristo.
I primi cristiani pur credendo nella risurrezione, non la raccontano mai. Raccontano di aver visto Gesù vivo, di averlo visto morto e poi risorto. Non dicono di averlo visto risorgere. Riguardo gli apostoli, Pietro rinnegò Cristo per non essere arrestato e gli altri si nascosero per paura delle persecuzioni, ma sono ritornati a credere a Gesù dopo la sua morte per crocifissione, supplizio atroce e umiliante, che Cicerone definì:  "il supplizio più crudele e il più tetro (Cicerone – Discorsi contro Verre)     dopo che hanno incontrato nuovamente Gesù tanto da impegnarsi  così a fondo nell'apostolato e nel racconto della risurrezione da trovare, da vecchi,  quel coraggio di morire per Gesù che non avevano avuto da giovani, al momento dell'arresto e della morte del Salvatore. Come spiegare inoltre la conversione di San Paolo e tutto quello che egli ha fatto e detto di Gesù, senza che fosse convinto di aver veramente visto Gesù risorto?
La Pasqua è la principale solennità del cristianesimo nella quale si  celebra la risurrezione di Gesù, avvenuta, nel terzo giorno dalla sua morte in croce. E' scritto  nei Vangeli  che la domenica ci fu un terremoto ed un Angelo rotolò la pietra tombale spaventando i soldati che, su richiesta del Sinedrio presidiavano la tomba: Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.” (Matteo 28,2-4) Maria Maddalena (*1) si recò, con altre donne al sepolcro trovandolo vuoto: “Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.” (Giovanni 20,1)  -  “Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala  e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.”(Matteo 28,1) - “Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria, madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.  Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.(Marco 16,1-2) - “Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato.” (Luca 24,1). Esse trovarono il sepolcro vuoto: “E dicevano tra di loro: «Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?» Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate.” (Marco 16,3-5) – “E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti?”  (Luca 24, 2-5). Gli angeli rassicurarono le donne sulla risurrezione di Gesù: Ora, essendo esse impaurite e tenendo la faccia chinata a terra, quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell'uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole. (Luca 24,5-8) - “Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto» (Matteo 28,5-7) – Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». (Marco 16,6-7) -  Gesù apparve per primo a Maria Maddalena e alle pie donne – Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala (Marco 16,9) - “Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l'uno al capo e l'altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l'abbiano posto». (Giovanni 20, 11-13) e Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». (Giovanni 20, 14-17) - Esse dunque si allontanarono in fretta dal sepolcro con spavento e con grande gioia; e corsero a darne la notizia ai suoi discepoli. E mentre andavano per dirlo ai discepoli, ecco Gesù venne loro incontro e disse: «Salve!». Allora esse, accostatesi, gli strinsero i piedi e lo adorarono. Quindi Gesù disse loro: «Non temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e che là mi vedranno». (Matteo 28,8-10). All'inizio  Ed esse, uscite prontamente, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremore e stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura.” (Marco 16,8) ma poi andarono a raccontare dell'evento gli Apostoli e i fratelli del Signore, come aveva raccomandato Gesù: Al loro ritorno dal sepolcro, raccontarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri.  Ora quelle che riferirono queste cose agli apostoli erano Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e le altre donne che erano con loro. Ma queste parole parvero loro come un'assurdità; ed essi non credettero loro. Pietro tuttavia, alzatosi, corse al sepolcro e, chinatosi a guardare, non vide altro che le lenzuola che giacevano da sole; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé di quanto era accaduto.” (Luca 24, 9-12). Le donne andarono a Gerusalemme per avvisare gli Apostoli e Gesù apparve anche a loro: E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.” (Luca 24,33-37) - Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.  Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». (Giovanni 20,18-26) - Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Matteo 28,16-20) - Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.”  (Marco 16,14-20). Della risurrezione di Gesù ne parlano gli Apostoli, soprattutto San Paolo San Paolo che  nella  lettera ai Corinzi sostiene che la risurrezione è conforme alle scritture: Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, 4 che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture,” (San Paolo – 1Corinzi 15,3-4) ed in quella ai Romani afferma: riguardo a suo Figlio, nato dal seme di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la resurrezione dai morti: Gesù Cristo nostro Signore,”  (Romani 1,3-4) ed in quella a Timoteo: Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risorto dai morti secondo il mio evangelo,” (2Timoteo 2,8). Secondo gli Atti degli Apostoli, attribuiti dalla Tradizione all'evangelista Luca:Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo accreditato da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete, egli, dico, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla croce e lo uccideste. Ma Dio lo ha risuscitato, avendolo sciolto dalle angosce della morte, poiché non era possibile che fosse da essa trattenuto.” (Atti 2,22-24). San Paolo da anche testimonianza delle persone che videro fisicamente Gesù: Ora, fratelli, vi dichiaro l'evangelo che vi ho annunziato, e che voi avete ricevuto e nel quale state saldi, e mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato, a meno che non abbiate creduto invano. Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e poi ai dodici. In seguito apparve in una sola volta a più di cinquecento fratelli, la maggior parte dei quali è ancora in vita, mentre alcuni dormono già. Successivamente apparve a Giacomo e poi a tutti gli apostoli insieme. Infine, ultimo di tutti, apparve anche a me come all'aborto.” (1Corinzi 15,1-8), lo stesso fa l'evangelista Luca negli Atti:

Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.” (Atti 2.32). Della tomba vuota di Gesù ne danno testimonianza le stesse autorità romane, infatti è stata rinvenuta a Nazareth una lastra di marmo (nota come iscrizione o lapide di Nazareth) recante una iscrizione greca in 22 righe, riportante la prescrizione della pena capitale per chi avesse asportato cadaveri dai sepolcri dove è riportato un Editto dell'Imperatore Tiberio, dovuto alle pressioni del sinedrio ebraico e al Prefetto Ponzio Pilato per la tomba vuota che per le autorità ebraiche era dovuta al furto del cadavere ad opera dei discepoli di Gesù.  Una fonte non cristiana della risurrezione di Gesù è il cosiddetto Testimonium Flavianum, come viene  indicato un passo contenuto nelle Antichità Giudaiche scritte, presumibilmente negli anni 90 d.C. dallo storico ebreo Flavio Giuseppe (nome ebraico Yosef ben Matityahu e romano Titus Flavius Iosephus) dove è scritto: « Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità e attirò a sé molti giudei e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato per denunzia degli uomini notabili fra noi lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancora oggi non è venuta meno la tribù di quelli che da costui sono chiamati cristiani(Giuseppe Flavio – Antichità Giudaiche,XVIII,63-64). In conclusione la forza del cristianesimo è legata indissolubilmente alla resurrezione, tanto che di far dire al  teologo Hans Küng che: «non fu la fede dei discepoli a risuscitare Gesù ma fu il resuscitato a condurli alla fede»

   
☦☦☦Filippo Ortenzi, vescovo della 
⛪Chiesa Ortodossa Italiana 
📞 tel. + 39 3917065512 
📧email padre.filippo55@gmail.com

sabato 18 aprile 2020

Grande e Santo Sabato o Grande Riposo


Grande e Santo Sabato o Grande Riposo
Il Grande e Santo Sabato, detto anche del Grande Riposo, perché si dice che in detto giorno Gesù riposò nella tomba,  è un giorno di silenzio e di attesa nella quale i cristiani attendono la resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. In detto giorno non si svolge alcuna Divina Liturgia e non si celebra il sacrificio eucaristico, i sacri doni si portano unicamente ai malati in punto o pericolo di morte. In tale giorno si svolgono essenzialmente 2 riti: quello del battesimo e quello della liturgia del fuoco.


Inni


              Troparion

Quando sei disceso alla morte, o Vita immortale,
Hai ucciso l'inferno con lo splendore della tua divinità,
E quando dal profondo hai risuscitato i morti,
Tutti i poteri del cielo gridarono,
O Donatore di vita, Cristo nostro Dio, gloria a Te!


Colui che ha chiuso in profondità è visto morto,
Avvolto in lino e spezie pregiati.
L'Immortale è deposto in una tomba come un uomo mortale.
Le donne sono venute per ungerlo con la mirra,
Piangere amaramente e piangere:
"Questo è il sabato più benedetto
In cui Cristo si è addormentato per alzarsi il terzo giorno!

venerdì 17 aprile 2020

Grande e Santo Venerdì



Grande e Santo Venerdì




Nel Grande e Santo Venerdì è il venerdì che precede la Pasqua, ove i cristiani commemorano la passione di Gesù e celebrano il compimento del Mistero della Salvezza, operata da Cristo attraverso la sua crocifissione e morte.  Cristo, Dio-Uomo, ama l'uomo fino alla perfezione donando la sua vita. La sua condiscendenza fa stupire gli Angeli e l'universo intero. Il Signore, che è la Vita, patisce e muore perché egli stesso spontaneamente ha accettato e assunto la natura di servo (Fil. 2,7) per salvare quello che senza l'avvenimento della Pasqua sarebbe stato perduto.
Letture dai Santi Vangeli
            E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo:  «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!».  Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano:  «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.  Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!».  Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.  Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.  Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».  Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».  E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.  Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!».  E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono,  i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.  E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
            Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.  Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.  Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe,  ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.  Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.  E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

            C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.  Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.  Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.  Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo  e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.  Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.



giovedì 16 aprile 2020

Grande e Santo Giovedì



Grande e Santo Giovedì
Nel Grande e Santo Giovedì i misteri che si celebra  l'Ultima Cena. Nelle chiese orientali si utilizza la Divina Liturgia di San Basilio.

L'istituzione dell'eucaristia (Mt 26:26-29)
26Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti,  perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.  Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
Nel mistero dell'Ultima Cena, Cristo, mistica Pasqua,  anticipa e celebra il suo sacrificio, dicendo sul Pane e sul Vino le parole divine, che perpetueranno il suo sacrificio fino alla consumazione dei secoli: «Mangiate il mio Corpo e bevete il mio Sangue». L'umanità tutta è invitata a trasfigurarsi e a divinizzarsi alla Mensa conviviale del Signore fino ad essere compenetrata in tutta la sua esistenza dalla presenza viva del Cristo glorioso ed esclamare con S. Paolo: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me».
Tropario
Mentre i gloriosi Discepoli durante la lavanda dei piedi nella Cena venivano illuminati, proprio allora l'empio Giuda inquieto si ottenebrava per la sua avarizia; e Te, giusto giudice, consegnava a giudici iniqui. Guarda, tu che ami le ricchezze: per esse Giuda si inpiccò; fuggi l'anima insaziabile che ha osato tali cose contro il proprio Maestro. Signore buono e al di sopra di ogni altro, gloria a te.

mercoledì 15 aprile 2020

Grande e Santo Mercoledì



Grande e Santo Mercoledì

Nel Grande e Santo Mercoledì si ricorda l'unzione da parte della peccatrice.

Unzione della peccatrice (Mt 26:1-12)
 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso,  gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa.  I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco?  Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!».  Ma Gesù, accortosene, disse loro: «Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me.  I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete.  Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura.  In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei». Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il tema dell'unzione ha una importanza grandissima, in quanto è già un annuncio della sepoltura di Gesù. La peccatrice con la sua unzione anticipa l'imbalsamazione del corpo vivificante del Signore. È il Signore stesso che attribuisce all'unzione della peccatrice questo grande significato, che dovrà essere ricordato fino alla fine dei tempi. Il contatto con Gesù salva in un modo totale e illumina la peccatrice, che prima era immersa nei piaceri della notte e sprofondava nell'abisso del male. La Liturgia di questo giorno mette in luce il contrasto tra il gesto generoso della peccatrice e il tradimento di Giuda. Questa donna cosparge di un profumo preziosissimo colui che è l'Unto d'Israele e con le sue lacrime, oltre a lavare i piedi del Salvatore, lava e cancella anche i suoi peccati, perché molto ha amato. Invece Giuda vuole speculare su questo gesto d'amore e fa dei conti sull'unguento della peccatrice, lui che stava per vendere l'Unto di Dio. Giuda che aveva respirato la grazia di Gesù, si separa da lui per l'invidia e per l'amore del danaro; mentre una donna peccatrice, confessando con le sue lacrime i peccati, diventa una mirofora ancor prima della sepoltura del Signore. Questa è la grandezza della conversione!

Tropari

Ninfios èrchete


Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi.

Ton ninfòna (exapostilarion)


Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.

martedì 14 aprile 2020

Grande e Santo Martedì


Grande e Santo Martedì


Il Grande e Santo Martedì  si fa memoria della parabola delle vergine savie e delle vergini stolte:


La parabola delle 10 Vergini (Mt 25:1-12)
l regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.  A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!  Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
Occorre essere desti e vigilanti per poter accogliere lo sposo non appena arriva; le nostre anime non devono essere appesantite da preoccupazioni inutili. La passione salvifica è la grande occasione che il Signore ci offre per poter entrare nel Regno, Se le nostre lampade sono senza olio, significa che ci siamo perduti nelle cose del mondo e non abbiamo conosciuto il dono di Dio e quindi saremo chiusi fuori del Regno. Beati, invece, coloro che hanno la lampada accesa, e possono accogliere lo Sposo al suo arrivo! Se le nostre lampade sono piene di olio, significa che abbiamo fatto fruttificare il talento, che il Signore ci aveva affidato. E allora, entreremo con Lui nella luce del Regno.
Omelia di San Serafino di Sarov

Nella parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte (Mt. 25, 1-13) quando quest'ultime finiscono l'olio viene detto loro: "Andate a comperarlo al mercato". Tornando esse trovano la porta della camera nuziale chiusa e non possono entrare. Alcuni pensano che la mancanza d'olio delle vergini stolte simbolizzi l'insufficienza di azioni virtuose nel corso della loro vita. Tale interpretazione non è esatta. Quale mancanza d'azioni virtuose potevano avere, visto che vengono chiamate comunque vergini, anche se stolte? La verginità è una grande virtù, uno stato quasi angelico che può sostituire tutte le altre virtù. Io, miserabile, penso che mancasse loro proprio lo Spirito Santo di Dio. Praticando le virtù, queste vergini spiritualmente ignoranti, credevano che la vita cristiana consistesse in tali pratiche. Ci siamo comportate in maniera virtuosa, abbiamo fatto delle opere pie - pensavano loro - senza preoccuparsi se avessero ricevuto o no la Grazia dello Spirito Santo. Su questo genere di vita, basato unicamente sulla pratica delle virtù morali senza alcun esame minuzioso per sapere se esse ci rendono - e in quale quantità - la Grazia dello Spirito di Dio, è stato detto: "Alcune vie che paiono inizialmente buone conducono all'abisso infernale" (Pr 14,12)Parlando di queste vergini, nelle sue Epistole ai Monaci Antonio il Grande dice: "Parecchi tra i monaci e le vergini ignorano completamente la differenza che esiste tra le tre volontà che agiscono dentro l'uomo. La prima è la volontà di Dio, perfetta e salvatrice; la seconda è la nostra volontà umana, che per se stessa non e ne rovinosa né salvatrice; la terza - quella diabolica - è decisamente nefasta. È questa terza nemica volontà che obbliga l'uomo a non praticare assolutamente la virtù o a praticarla per vanità o unicamente per il "bene" e non per Cristo. La nostra seconda volontà ci incita a soddisfare i nostri istinti malvagi o, come quella del nemico, c'insegna a fare il "bene" in nome del bene, senza preoccuparsi della grazia che possiamo acquisire. Quanto alla terza volontà, quella salvatrice di Dio, essa ci insegna a fare il bene unicamente per il fine di acquisire lo Spirito Santo, tesoro eterno ed inestimabile, che non può essere uguagliato con nulla al mondo".È proprio la Grazia dello Spirito Santo simbolizzata dall'olio che mancava alle vergini stolte. Esse sono chiamate "stolte" perché non si preoccupano del frutto indispensabile della virtù cioè la Grazia dello Spirito Santo senza la quale nessuno può essere salvato perché "ogni anima è vivificata dallo Spirito Santo per essere illuminata dal sacro mistero dell'Unità Trinitaria" (Prima Antifona al Vangelo del Mattutino). Lo stesso Spirito Santo viene ad abitare nelle nostre anime e questa presenza dell'Onnipotente in noi, questa coesistenza della sua Unità Trinitaria con il nostro spirito non ci è donata che a condizione di lavorare con tutti i mezzi a nostra disposizione per ottenere lo Spirito Santo il quale prepara in noi un luogo degno per quest'incontro, secondo l'immutabile parola di Dio: "Io verrò e abiterò in essi. Sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo" (Ap 3, 20; Gv 14, 23). È questo l'olio che le vergini sagge avevano nelle loro lampade, olio in grado di bruciare per molto tempo diffondendo una luce forte e chiara per poter permettere l'attesa dello Sposo a mezzanotte ed entrare con lui nella camera nuziale dell'eterna gioia. Quanto alle vergini stolte, vedendo che le loro lampade rischiavano di spegnersi, esse si recarono al mercato ma non poterono tornare prima della chiusura della porta. Il mercato è la nostra vita. La porta della camera nuziale, chiusa per impedire di raggiungere lo Sposo, è la nostra morte umana; le vergini, sia quelle sagge che quelle stolte, sono le anime dei cristiani. L'olio non simbolizza le nostre azioni, ma la Grazia attraverso la quale lo Spirito Santo riempie il nostro essere trasformandoci da corrotti ad incorrotti. Così la Grazia trasforma la morte fisica in vita spirituale, le tenebre in luce, la schiavitù verso le passioni alle quali è incatenato il nostro corpo in tempio di Dio, cioè in camera nuziale dove incontriamo Nostro Signore, Creatore e Salvatore, Sposo delle nostre anime. Grande è la compassione che Dio ha verso la nostra disgrazia. E la nostra disgrazia non è altro che la nostra negligenza verso la sua sollecitudine. Egli dice: "Io sono alla porta e busso..." (Ap 3, 20), intendendo per "porta" la nostra vita presente non ancora conclusa con la morte.

Tropari

Ninfios èrchete


Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi.

Ton ninfòna (exapostilarion)


Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.



lunedì 13 aprile 2020

Grande e Santo Lunedì


Grande e Santo Lunedì
Il Grande e Santo Lunedì inizia con il mattutino inizia con il:


Il Mattutino dello Sposo  (Ninfios Grande)


Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso.  Bada anima mia di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno.  Rientra in te stessa ed esclama: Santo, Santo, Santo sei, o Dio, per l' intercessione della Madre di Dio abbi pietà di noi.

L'ufficiatura di questo giorno contempla questo volontario avviarsi del Signore verso la sua Passione salvifica. Cristo è simile a uno Sposo che va alle nozze; mistiche nozze che il Cristo celebra con l'umanità per restituire all'uomo la veste perduta, senza la quale non è possibile entrare nel talamo del Signore (Exapostilarion). Ecco perché l'ufficio del mattutino dei primi tre giorni della settimana santa è chiamato «Ufficio dello Sposo». Il Cristo Sposo, che i fedeli contemplano nell'icona portata in processione per la chiesa, è il Cristo sofferente, coronato di spine, Lui, che sta per essere deposto nella tomba. Con il tropario che si canta durante la processione  dell'icona dello Sposo tutti sono invitati a scuotersi dal torpore spirituale e a riconoscere nel Cristo sofferente il Salvatore. L'oscurità in cui è avvolta l'anima sarà dileguata dalla luce salvifica delle sofferenze di Cristo. Una volta ripieni di luce, tutti saremo capaci di andare con Lui, con le menti purificate, lasciandoci crocifiggere e morire con il Cristo ai piaceri della vita (I degli Eni).
In detto giorno si fa anche memoria del casto Giuseppe e del fico maledetto. Giuseppe, venduto dai fratelli, è figura di Gesù. Come Gesù, soffrì innocentemente e per questo Iddio lo onorò come un re. Giuseppe è il simbolo dell'uomo nuovo, che attira verso un processo spirituale si riveste di gloria e di incorruttibilità avendo resistito alle lusinghe della donna egiziana. È la creatura nuova del Regno, che, spogliatasi della sua indegnità e rivestita dell'abito di nozze, entra nel talamo luminoso del Signore.

Kondakion

Piangeva Giacobbe la perdita di Giuseppe, mentre quel forte sedeva sul cocchio, onorato come re: non essendosi reso schiavo, delle voglie dell’egiziana, era stato in cambio glorificato da colui che vede i cuori degli uomini e assegna la corona incorruttibile.  Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.
 Al Mattutino del Lunedì Santo  "Quando il Signore stava andando alla Sua volontaria Passione, lungo la strada Egli disse ai Suoi Apostoli: Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell'Uomo sarà innalzato come è scritto di Lui. Venite, dunque, e accompagnateci con Lui, con la mente purificata dai piaceri di questa vita, e facciamoci crocifiggere e moriamo con Lui, per così poter vivere con Lui, e poterlo ascoltare mentre ci dice: ora io vado, non alla Gerusalemme terrena, per soffrire, ma fino al Padre mio e Padre vostro e Dio mio e Dio vostro, e vi raccoglierò nella Gerusalemme celeste, nel Regno dei Cieli…

Tropari

Ninfios èrchete


Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi.

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Ton ninfòna (exapostilarion)


Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.

sabato 11 aprile 2020

Stop Covid19 costituito a Roma il Comitato di Sostegno alle vittime del Coronavirus

Stop Covid19
costituito a Roma il

Comitato di Sostegno alle vittime del Coronavirus





E' stato costituito a Roma, con sede in Via Napoleone II n. 6 presso l'ex sede dell'associazione Stella Marina, il Comitato di Aiuto alle Vittime del Coronavirus. Il Comitato, che vede quale Presidente Nazionale il dott. Filippo Ortenzi, vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana e collabora con la Confederazione delle Confraternite del Buon Samaritano, si prefigge di supportare la popolazione stremata da una pandemia che, oltre a mettere a repentaglio la vita delle persone, rischia di causare gravi danni all'economia nazionale. In uno spirito di supporto psicologico, morale, spirituale, giuridico, politico ecc. il Comitato si mette a disposizione dei cittadini per segnalare disfunzioni, promuovere iniziative, proporre soluzioni e denunciare abusi o truffe che, come è già emerso con vari arresti da parte della polizia giudiziaria, possono essere commesse ai danni dello Stato e del Servizio Sanitario Nazionale. Chiunque volesse collaborare con il Comitato, che a Roma vede tra i cofondatori il sig. Giuseppe Butticé, dipendente bancario ed esperto di economia reale e l'avv. Ersilia Barracca, che ne cura gli aspetti giuridici, può contattare lo stesso scrivendo a padre.filippo55@gmail.com oppure a confraternitabuonsamaritano@gmail.com.

Il logo dell'associazione è stato realizzato dal sig. Giuseppe Cipolla di Bronte (CT)