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domenica 13 dicembre 2020

Santa e Gloriosa Martire Lucia di Siracusa

 Santa e Gloriosa Martire Lucia da Siracusa

Il 13 dicembre non è ricordato per il fatto che nel 1294 papa Celestino V (Pietro da Marrone), dopo appena 4 mesi di regno, rinunciò al papato dando l’ispirazione al sommo poeta Dante Alighieri di citarlo nel III Canto dell’Inferno: “vidi e conobbi l’ombra di colui che per viltade fece il gran rifiuto”, dove lo mise nell’Antinferno (Limbo) tra gli ignavi, cioè coloro che vissero “senza infamia e senza lodo”. Pur essendo un personaggio storico noto, pochi ricordano che questa è anche la data della morte di uno dei più grandi imperatori Federico Ruggero di Hoenstaufen, nato (Jesi -AN) e morto in Italia (a Fiorentino di Puglia FG), noto come Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero, duca di Svevia, Re di Germania, Re di Sicilia e Re di Gerusalemme conosciuto con l’appellativo di “Stupor mundi”. In Sardegna in questo giorno viene fatta memoria dsant’Antioco di Sulcis, un santo medico originario della Mauretania (attuale Marocco), arrestato in Galazia (regione storica dell’Anatolia abitata dal popolo celtico dei Galati) per il suo apostolato cristiano e condannato a lavorare nelle miniere di piombo del Sulcis (note come plumbaria) dove morì nel 127 dopo aver diffuso la fede tra prigionieri e carcerieri dell’Isola. No, nell’immaginario popolare questo è il giorno di Santa Luciauna giovane martire cristiana morta nel 304 a Siracusa, vittima della “grande persecuzione” scatenata dall’imperatore Diocleziano, conosciuta universalmente come protettrice della vista (per il fatto che Lucia viene dal latino lux = luce) e per il detto popolare “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”, detto indubbiamente carino, che fa rima, ma falso perché il giorno più corto è il 21 dicembre che coincide col solstizio d’inverno. Figlia di una nobile famiglia cristiana di  Siracusæ (Siracusa) per la sua fede e l’intercessione di sant’Agata, la santa e gloriosa martire e diaconessa di Catania, ottenne la guarigione miracolosa della madre Eutychie affetta da incurabili emorragie. Dopo aver donato tutti suoi beni ai poveri si dedicò alla cura dei bisognosi, delle vedove e degli infermi, consacrando la sua vita al Signore e rifiutando il matrimonio combinato dal padre con un giovane pagano del luogo. Quest’ultimo, offeso per il rifiuto la denunciò come cristiana. Condotta di fronte al Prefetto romano del luogo (un certo Pascasio) ed invitata a sacrificare agli dei pagani pena la tortura o essere segregata in un postribolo, la santa rifiutò asserendo: “il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”. Per giustificare la propria obiezione di coscienza contro l’ordine di sacrificare agli dei, Lucia citò l’epistola dell’apostolo Giacomo: “Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa(1). Morì martire nell’anno 304, all’età di 21 anni, per sgozzamento (“jagulatio”) o, secondo altre fonti, decapitazione profetando la caduta di Diocleziano (si dimise da imperatore l’anno successivo) e il trionfo della fede cristiana (9 anni dopo con il Rescritto di tolleranza o Editto di Milano di Costantino e Licinio, il cristianesimo, fino allora perseguitato fu prima tollerato e poi divenne la religione ufficiale dell’Impero). La maggior parte degli storici ecclesiastici considera invece una leggenda quella che alla santa abbiano cavato gli occhi, sembra sia nata nell’ambito della religiosità popolare cattolica nel XV secolo, ottenendo un successo enorme tanto che nell’iconografia la santa viene raffigurata con un piatto con sopra due occhi, il giglio e la palmaNel 1.039 il corpo della santa fu portato a Costantinopoli-Nuova Roma dallo strategos e catapano Giorgio Maniakes per impedire che cadesse nelle mani saracene e, dopo il sacco di Costantinopoli effettuato dai crociati cattolici nel 1204 e che pose fine al millenario Impero Romano, fu trafugato dai veneziani come bottino di guerra e portato a Venezia, ove attualmente riposa nella Chiesa dedicata ai santi Geremia e Lucia. Come spesso succede in ambiente cattolico, anche una Chiesa francese sostiene di avere il corpo della santa, che viene venerata in una Chiesa di San Vincenzo di Metz, meta di pellegrinaggio da tutta la Francia e dal mondo germanico (2).A titolo di mera curiosità la Chiesa di san Giovanni Maggiore di Napoli sostiene di avere le reliquie degli occhi di santa Lucia, venerate da secoli per la protezione della vista. Riguardo le presunte reliquie di Metz, queste furono dichiarate autentiche dalle autorità cattoliche del luogo nel 1792 a riprova che la verità nella Chiesa Cattolica più che un fatto oggettivo è una pura opinione.


Troparion della Santa e Gloriosa Martire Lucia di Siracusa (3)

Indossando il mantello radioso della verginità
ed essendo promessa sposa di Cristo che  
ti ha donato la vita, hai abbandonato l'amore della tua fidanzata terrena,
o Lucia Vergine-Martire,
perciò come dono nuziale
hai portato a Cristo lo spargimento del tuo sangue,
intercedi anche presso di lui per tutti noi!




Note:


(1) – Carlo Fatuzzo su http://www.santiebeati.it/dettaglio/25550


(2) - Pierre Edouard Wagner, docente associato della Facoltà di Teologia Cattolica di Strasburgo - "Culte et reliques de sainte Lucie à Saint-Vincent de Metz"


(3) – da OrthodoxWiki “Lucia di Siracusa


autore

dott. prof. mons. Filippo Ortenzi

Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

Rettore Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo

www.chiesa-ortodossa.com

tel. 0621119875

email: chiesaortodossaitaliana@gmail.com


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