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giovedì 3 febbraio 2022

San Biagio di Sebaste

San Biagio di Sebaste 

San Biagio di Sebaste, santo ortodosso armeno dell'Anatolia (Turchia)

Il tre febbraio viene commemorato San Biagio, medico e vescovo ortodosso armeno di Sebaste, (capitale della Provincia Romana dell'Armenia prima). morto martire nel 316 d.C. a causa della persecuzione dell'imperatore Licinio. Il suo martirio fu particolarmente cruento, essendo stato scorticato vivo con dei pettini di ferro (quelli usati per cardare la lana) ed infine decapitato per essersi rifiutato di rinnegare la fede cristiana. Si narra che durante il suo apostolato operò numerosi miracoli, il più noto dei quali è l'aver salvato un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea ed è per questo che viene invocato per i mali alla gola, tanto che in detto giorno si svolgono i riti della benedizione della gola con candela unta con myron. E' venerato sia nel mondo ortodosso che in quello cattolico ed è anche il patrono del mio paese, Marta (VT), ed io, al pari di tutti i miei concittadini sono stato sempre molto devoto a questo Santo (localmente detto San Biacio). Nel 732, mentre le orde islamiche dilagavano in Anatolia, le reliquie del Santo furono tolte dalla cattedrale di Sebaste per essere portate a Roma, ma una tempesta portò la nave a Maratea (PZ), dove sono, per la maggior parte (altre sono state disperse in varie località) conservate nella Basilica di Maratea, sul Monte San Biagio.

Raccontata brevemente la storia di San Biagio, vescovo armeno ortodosso e Martire, vorrei soffermarmi sulla città e la nazione della quale era vescovo.
Come è noto la nostra Chiesa, da tempo sta denunciando l'invasione afroislamica nel nostro Paese ed il conseguente pericolo di sostituzione etnica del nostro popolo. Al contrario le sinistre mondialiste ed antinazionali, la Chiesa CattoComunista Vaticana (che seguace del loro dio, non Uno e Trino ma uno e Quattrino pensano più a difendere il business dell'accoglienza che le radici cristiane del nostro popolo e la Fede in Cristo Risorto) e  il pluto-capitalismo cosmopolita (dove 8 famiglie hanno un reddito pari ai 3 miliardi di abitanti più poveri del nostro pianeta, e questi otto hanno tutti qualcosa in comune: sono liberal di sinistra, favorevoli alla globalizzazione, membri di gruppi mondialisti come la Trilaterale ed il Bildemberg) difendono dette invasioni in nome di un buonismo peloso e schiavista.

Qui sopra è riportata la cartina dell'Armenia storica e, come ben vedete comprendeva prevalentemente territori oggi facenti parte della Turchia. La stessa Sebaste, antica capitale dell'Armenia e della quale è stato vescovo San Biagio, oggi è una città turca, denominata Sivas, capoluogo della provincia di Usak (Anatolia Centrale). Le chiese e le tracce del cristianesimo che qui fu fiorente e vivo per secoli sono state nascoste, se non distrutte. E gli armeni che ivi vi abitavano che fine hanno fatto?  Per secoli perseguitati e discriminati dall'impero ottomano come infedeli, gli armeni hanno subito, più degli altri popoli cristiani dell'Anatolia (romei o romani di lingua greca, siriaci ed assiri) quello che loro chiamano Medz Yeghern (grande crimine) dove i turchi, tra il 1915 ed il 1916,  nel nome dell'Islam cercarono di sterminare tutti gli infedeli dell'Anatolia, trucidando oltre un milione e mezzo di armeni. Approfittiamo della commemorazione di San Biagio per ricordare ai cristiani come  in tale territorio le popolazioni cristiane sono state sterminate da quella che Papa Francesco ha definito "una religione di pace" ...


Sua Ecc. Rev.ma Filippo di Roma, Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

 

 

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