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martedì 21 gennaio 2025

Opera del Buon Samaritano

 

Opera del Buon Samaritano








L’Opera del Buon Samaritano è una articolazione della Fraternità di San Francesco, della quale è Superiore Generale fra Giovanni Maria Maddamma (nella foto in alto)vescovo di Bari e del Mercurion.

L'Opera  incarna in maniera viva e concreta il servizio verso i più poveri e gli emarginati, ispirandosi agli insegnamenti e all’esempio di Fratel Biagio Conte e rappresenta il cuore delle opere di carità francescana, dove la cura dei più fragili diventa un atto di servizio evangelico. 

Le attività dell’Opera, già attiva presso la sede generalizia di Stornarella  – SP 88 Stornarella-Ascoli Satriano (FG) km 2,7 – comprendono la distribuzione di cibo, vestiario, assistenza sanitaria e servizio psicologico, oltre a progetti di reinserimento sociale per coloro che hanno perso il proprio posto nella società. 

Essa opera anche in case di accoglienza e strutture messe a disposizione della Fraternità, luoghi dove chiunque possa trovare rifugio e supporto. 

Alla missione dell’Opera del Buon Samaritano possono partecipare non solo i membri consacrati della Fraternità, ma anche i laici, uomini e donne che desiderano impegnarsi nel servizio ai poveri, abbracciando la visione francescana di una Chiesa che non si limita a predicare, ma che agisce concretamente nel mondo per alleviare le sofferenze umane.

 

lunedì 13 gennaio 2025

Krsna Slava

 Krsna Slava



Una delle caratteristiche più importanti per quanto concerne il rito della Chiesa Orientale è la venerazione delle icone, o "teologia in colori" come viene definita da alcuni studiosi.
Krsna slava
Nel XII secolo fu istituita ufficialmente da San Sava, massimo dottore e santo della Chiesa serba, la Slava, usanza propria unicamente della Chiesa serbo-ortodossa, conosciuta alle altre confessioni e tuttora celebrata annualmente. San Sava, figlio dell'allora sovrano Stevan Nemanja, è celebrato ancora oggi come il più grande santo della Serbia.
In una posizione importante della casa, davanti ad una candela sempre accesa, viene collocata l'icona del santo patrono. Vicino, spesso accanto ad altre icone, viene allestito un ambiente dedicato alla devozione e al ricevimento del sacerdote.
La Slava si ripete ogni anno con la celebrazione di una particolare Messa- la Messa – Slava, appunto – durante la quale viene fatta passare di mano in mano una torta caratteristica che, tagliata e baciata, è distribuita a tutti i componenti della famiglia. In questa maniera la famiglia ringrazia il santo protettore per tutti i beni ricevuti durante l'anno trascorso e spera che egli continui a proteggerla dal male.
Nel giorno della Slava il sacerdote asperge le abitazioni con l'acqua santa e benedice le spighe, in segno di venerazione e memoria dei defunti. Alla fine della funzione il sacerdote taglia la torta e, innalzandola verso l'icona, recita: "Questo io ti offro, O Signore, a onore e gloria del Santo. Con le Sue preghiere, o Signore, accetta questa offerta fra i tuoi doni celesti."


Pertanto, come la croce è un segno di appartenenza al Cristianesimo, così l'icona è un segno caratteristico dell'Ortodossia. Nelle chiese e nelle famiglie ortodosse si possono trovare infatti più icone che croci. I fedeli spesso portano al collo o in tasca una piccola icona, come una croce. Si tratta per lo più di riproduzioni di icona più cara della casa, generalmente appartenuta per lungo tempo alla stessa famiglia e passata da una generazione all'altra in eredità o ricevuta quale dono propiziante e di benedizione da parte dei genitori.
A volte il fedele sceglie personalmente la sua icona. Si tratta allora dell'effigie del santo che il credente sente più vicino durante la preghiera – a seconda della sua esperienza diretta o della sua tradizione familiare – ed al quale si affida.Infine alcuni monaci portano con sé un dittico o trittico, composto da più icone, che si può aprire e richiudere, così da offrire la possibilità al fedele, nel momento del raccoglimento, di trasferirsi col pensiero in chiesa, davanti all'iconostasi, davanti all'altare.
Tutti gli oggetti cui abbiamo fatto riferimento possono essere descritti col termine "icona" e rappresentano l'unico oggetto liturgico che accompagna dovunque il fedele ortodosso, dandogli la sicurezza e la fiducia di riuscire a compiere le imprese che prima pensava impossibili o aiutandolo a superare momenti difficili e delicati che lo rendono vulnerabile e indeciso.
Che cos'è la Krsna Slava?
In realtà la Slava serba è assieme una festa di compleanno di onomastico della famiglia nello spirito del nostro Signore Gesù Cristo e nello Spirito della nostra santa Fede cristiana ortodossa. Per questa ragione, il termine “Krsno Ime” è ancora più appropriato al suo significato La Slava è la festa del nome del Santo Patrono. Per il popolo Serbo, la Slava è antica quanto il cristianesimo stesso. Nessuna nazione cristiana ha questo tipo di celebrazione, tranne gli ortodossi serbi. Nella sua importanza per una famiglia serba, la Slava viene subito dopo la Pasqua e la Natività. I missionari cristiani ortodossi che convertirono i serbi alla santa Fede ortodossa cristianizzarono anche le loro consuetudini. Divenendo cristiani ortodossi, i serbi accettarono il santo oi santi del giorno in cui venivano battezzati. L'esempio vivente del Santo Patrono dava a chi lo celebrava sicurezza, persistenza, senso di protezione, sostegno e incoraggiamento al bene nella propria vita. Per renderlo spiritualmente ancor più vincolante, la santa Chiesa ortodossa, che è essa stessa la Comunione dei Santi e il corpo in cui Cristo dimora attraverso i Santi Patroni, rende la famiglia parte di tale comunione in un modo più diretto e tangibile.
Per quanto riguarda la cultura serba, la Slava è un elemento unico e ininterrotto attraverso tutta la storia del popolo serbo ortodosso. Poiché i serbi si trovano in una regione geografica tra l'Oriente e l'Occidente, tra culture a loro aliene (islam e cattolicesimo romano), e sono stati sottoposti per secoli alla schiavitù, la Slava è divenuta per i serbi una festa spirituale identificata con il proprio nome e la propria esistenza. Nella storia del popolo ortodosso e serbo, la Slava ha arginato con successo il proselitismo cattolico romano, le persecuzioni dall'Occidente, e la schiavitù religiosa e la brutalità dell'islam per secoli.
L'osservanza della Slava è compiuta anche da organizzazioni culturali e sociali, città, e perfino da unità militari. Insieme ai parenti, si riuniscono in quel giorno amici e conoscenti; la casa è aperta a TUTTI quelli che arrivano. Le emozioni di quanti celebrano si caricano delle motivazioni più nobili. Essi sono pronti e desiderosi di accogliere e offrire il meglio in termini di amicizia, cibo e bevande, e tutto si prepara in spirito di preghiera. Il padrone di casa per quel giorno non si siede. Il suo dovere è di dare il benvenuto e servire: “Da sluzi Krsno Ime”. Ci sono molte belle forme di “zdravica” (brindisi) che in questo giorno si pronunciano e si ascoltano, con il padrone di casa e gli invitati che invocano le benedizioni di Dio e dei Santi ortodossi e si scambiano i migliori auguri a vicenda, è un giorno di grande esultanza spirituale.
mons. Roberto Pinna



mercoledì 8 gennaio 2025

Auguri

 Auguri di Buon Anno 

da mons. Giovanni Maddamma



Carissimi fratelli e sorelle, Pace e Bene, Ave Maria!

Con l’inizio di questo nuovo anno, il mio cuore è colmo di gioia nel porgere a ciascuno di voi i più sinceri auguri per un 2025 ricco di grazia, pace e amore. Possa il Signore Gesù illuminare i nostri passi, rendendo ogni giorno un’opportunità per crescere nella fede e nella carità. 

Le sfide che ci attendono non mancheranno, ma insieme, uniti nel nome di Gesù e sotto lo sguardo materno di Maria, possiamo affrontarle con coraggio e speranza. L’anno trascorso, il 2024, ha portato con sé dolori e gioie, ma è proprio nei momenti più difficili che siamo chiamati a volgere lo sguardo alla croce, unica certezza della nostra vita. Rimanete saldi nella preghiera, certi che Dio non ci abbandona mai e cammina sempre accanto a noi. Vi invito a essere autentici testimoni della speranza cristiana, portando il Vangelo nelle vostre famiglie, nei luoghi di lavoro e in ogni angolo della vostra vita. 

Con grande affetto, affido ciascuno di voi alla protezione della Vergine Maria, Madre del nostro Salvatore. Affido alla Vergine e Madre Maria il mio nuovo impegno pastorale come Vescovo della Diocesi di Bari e della Diocesi del Mercurion in Calabria, affidandogli anche il cammino della Fraternità di San Francesco. Invoco su tutti voi e sulle vostre famiglie la benedizione di Dio Onnipotente: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

Al Clero della Chiesa Ortodossa Italiana, al Metropolita Ortodosso Mons. Filippo Ortenzi e a tutti i fratelli nell’Episcopato, ovunque si trovino, desidero rivolgere il mio augurio per un 2025 pieno di pace, amore, unità e speranza. Che la luce di Gesù e Maria vi accompagni sempre, portando serenità e gioia nel vostro cammino. 

Buon anno a tutti, con un caloroso abbraccio nel Signore.