Grande
e Santo Mercoledì
Unzione della peccatrice (Mt 26:1-12)
Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa
di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro
di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa.
I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco?
Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!». Ma Gesù,
accortosene, disse loro: «Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto
un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi,
me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo
ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà
predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha
fatto, in ricordo di lei». Allora uno dei Dodici, chiamato
Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse:
«Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono
trenta monete d'argento. Da quel momento cercava
l'occasione propizia per consegnarlo.
Il tema dell'unzione
ha una importanza grandissima, in quanto è già un annuncio della sepoltura di
Gesù. La peccatrice con la sua unzione anticipa l'imbalsamazione del corpo
vivificante del Signore. È il Signore stesso che attribuisce all'unzione della
peccatrice questo grande significato, che dovrà essere ricordato fino alla fine
dei tempi. Il contatto con Gesù salva in un modo totale e illumina la
peccatrice, che prima era immersa nei piaceri della notte e sprofondava
nell'abisso del male. La Liturgia di questo giorno mette in luce il contrasto
tra il gesto generoso della peccatrice e il tradimento di Giuda. Questa donna
cosparge di un profumo preziosissimo colui che è l'Unto d'Israele e con le sue
lacrime, oltre a lavare i piedi del Salvatore, lava e cancella anche i suoi
peccati, perché molto ha amato. Invece Giuda vuole speculare su questo gesto
d'amore e fa dei conti sull'unguento della peccatrice, lui che stava per
vendere l'Unto di Dio. Giuda che aveva respirato la grazia di Gesù, si separa
da lui per l'invidia e per l'amore del danaro; mentre una donna peccatrice,
confessando con le sue lacrime i peccati, diventa una mirofora ancor prima
della sepoltura del Signore. Questa è la grandezza della conversione!
Tropari
Ninfios
èrchete
Ecco, lo Sposo viene nel mezzo
della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che
troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non
essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed
esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di
Dio, abbi pietà di noi.
Ton ninfòna (exapostilarion)
Vedo
pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi
entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.
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