Grande
e Santo Giovedì
Nel Grande e Santo
Giovedì i misteri che si
celebra l'Ultima Cena.
Nelle chiese orientali si utilizza la Divina Liturgia di San Basilio.
L'istituzione
dell'eucaristia (Mt 26:26-29)
26Ora,
mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo
spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete
e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e,
dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato
per molti, in remissione dei peccati. Io
vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in
cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
Nel mistero dell'Ultima Cena, Cristo, mistica Pasqua, anticipa e celebra il suo sacrificio, dicendo
sul Pane e sul Vino le parole divine, che perpetueranno il suo sacrificio fino
alla consumazione dei secoli: «Mangiate
il mio Corpo e bevete il mio Sangue». L'umanità tutta è invitata a
trasfigurarsi e a divinizzarsi alla Mensa conviviale del Signore fino ad essere
compenetrata in tutta la sua esistenza dalla presenza viva del Cristo glorioso
ed esclamare con S. Paolo: «Non sono più
io che vivo, ma è Cristo che vive in me».
Tropario
Mentre i gloriosi Discepoli durante la
lavanda dei piedi nella Cena venivano illuminati, proprio allora l'empio Giuda
inquieto si ottenebrava per la sua avarizia; e Te, giusto giudice, consegnava a
giudici iniqui. Guarda, tu che ami le ricchezze: per esse Giuda si inpiccò;
fuggi l'anima insaziabile che ha osato tali cose contro il proprio Maestro.
Signore buono e al di sopra di ogni altro, gloria a te.
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