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lunedì 13 aprile 2020

Grande e Santo Lunedì


Grande e Santo Lunedì
Il Grande e Santo Lunedì inizia con il mattutino inizia con il:


Il Mattutino dello Sposo  (Ninfios Grande)


Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso.  Bada anima mia di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno.  Rientra in te stessa ed esclama: Santo, Santo, Santo sei, o Dio, per l' intercessione della Madre di Dio abbi pietà di noi.

L'ufficiatura di questo giorno contempla questo volontario avviarsi del Signore verso la sua Passione salvifica. Cristo è simile a uno Sposo che va alle nozze; mistiche nozze che il Cristo celebra con l'umanità per restituire all'uomo la veste perduta, senza la quale non è possibile entrare nel talamo del Signore (Exapostilarion). Ecco perché l'ufficio del mattutino dei primi tre giorni della settimana santa è chiamato «Ufficio dello Sposo». Il Cristo Sposo, che i fedeli contemplano nell'icona portata in processione per la chiesa, è il Cristo sofferente, coronato di spine, Lui, che sta per essere deposto nella tomba. Con il tropario che si canta durante la processione  dell'icona dello Sposo tutti sono invitati a scuotersi dal torpore spirituale e a riconoscere nel Cristo sofferente il Salvatore. L'oscurità in cui è avvolta l'anima sarà dileguata dalla luce salvifica delle sofferenze di Cristo. Una volta ripieni di luce, tutti saremo capaci di andare con Lui, con le menti purificate, lasciandoci crocifiggere e morire con il Cristo ai piaceri della vita (I degli Eni).
In detto giorno si fa anche memoria del casto Giuseppe e del fico maledetto. Giuseppe, venduto dai fratelli, è figura di Gesù. Come Gesù, soffrì innocentemente e per questo Iddio lo onorò come un re. Giuseppe è il simbolo dell'uomo nuovo, che attira verso un processo spirituale si riveste di gloria e di incorruttibilità avendo resistito alle lusinghe della donna egiziana. È la creatura nuova del Regno, che, spogliatasi della sua indegnità e rivestita dell'abito di nozze, entra nel talamo luminoso del Signore.

Kondakion

Piangeva Giacobbe la perdita di Giuseppe, mentre quel forte sedeva sul cocchio, onorato come re: non essendosi reso schiavo, delle voglie dell’egiziana, era stato in cambio glorificato da colui che vede i cuori degli uomini e assegna la corona incorruttibile.  Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.
 Al Mattutino del Lunedì Santo  "Quando il Signore stava andando alla Sua volontaria Passione, lungo la strada Egli disse ai Suoi Apostoli: Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell'Uomo sarà innalzato come è scritto di Lui. Venite, dunque, e accompagnateci con Lui, con la mente purificata dai piaceri di questa vita, e facciamoci crocifiggere e moriamo con Lui, per così poter vivere con Lui, e poterlo ascoltare mentre ci dice: ora io vado, non alla Gerusalemme terrena, per soffrire, ma fino al Padre mio e Padre vostro e Dio mio e Dio vostro, e vi raccoglierò nella Gerusalemme celeste, nel Regno dei Cieli…

Tropari

Ninfios èrchete


Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno, invece, colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per non essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, santo, santo sei, o Dio, per l'intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi.

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Ton ninfòna (exapostilarion)


Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l'abito per potervi entrare. Rendi splendente la veste dell'anima mia, o Datore di luce, e salvami.

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