Manifestazione contro la Russofobia
e contro ogni forma di discriminazione
Tra gli altri intervenuti ricordiamo il poeta Paolo Dragonetti de Torres Rutili, vicepresidente dell’associazione, che dopo aver sostenuto come solo con la ragione si può arrivare alla pace, e la ragione ha bisogno di una profonda conoscenza culturale per esprimersi”, ha recitato una poesia dedicata alla Pace dedicata al grande scrittore Lev Tolstoj e l’avv. Leo Maria Galati, da sempre impegnato nel sociale per il quale:“La cultura è quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società. La cancellazione della storia e della cultura in generale rappresenta una generazione sociale che costruisce muri ideologici e non ponti di dialogo”. Altri interventi sono stati quelli della signora Dariya Puchkova, Direttrice del Centro russo di Scienza e di Cultura “ Rossotrudnichestvo Italia”, dell’avv. Leo Maria Galati, tra gli organizzatori dell’evento e il giornalista Gianfranco Vestuto, Direttore di Russian News, un osservatorio dello spazio euroasiatico, e opinionista sulla Russia nei talk show televisivi. La cultura è quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società. Per volontà degli organizzatori non sono state ammesse in piazza bandiere nazionali (neppure quella della Federazione Russa), né di partito anche al fine di evitare strumentalizzazioni o provocazioni
Mons. Filippo Ortenzi, arcivescovo metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, è stato l’unico leader religioso invitato ad intervenire quale relatore alla manifestazione. Nel suo applauditissimo intervento ha ricordato i legami storico-culturali e religiosi tra l’Italia e la Russia, come il cristianesimo ortodosso sia stato il collante della cultura e dell’anima russa. Ha parlato del mito della Terza Roma, di come dopo la caduta di Costantinopoli-Nuova Roma e in un momento nel quale tutti patriarcati ortodossi (Gerusalemme, Antiochia, Alessandria d’Egitto e la stessa Costantinopoli) erano sotto dominazione islamica, la Russia era l’unico stato ortodosso libero e che anelava a ristabilire l’ecumene cristiano e restaurare quell’impero romano che i territori russi ha soltanto lambito (in Crimea e nelle coste del mar Nero) ma il cui mito vive, ancora oggi, più a Mosca che a Roma. L’intervento del nostro metropolita si è concluso con: ``Viva l’Italia, viva la Russia, viva la Prima e la Terza Roma”.
A margine della manifestazione il nostro metropolita è stato intervistato da varie troupe televisive, da Mediaset a AGTW e dalla giornalista Flavia Amabile della Stampa. Inutile dire che ai giornalisti della difesa della cultura russa interessava ben poco essendo stati mandati dalle rispettive redazioni unicamente per intervistare sulla guerra. Al riguardo la nostra Chiesa ha chiarito la propria posizione già all’inizio del marzo scorso col documento “Beati gli Operatori di Pace” (pubblicato sul blog di questo sito il 9 marzo u.s.), nella quale non giustifica l’invasione, ma rimarcando che ciò non può essere un pretesto per fomentare la russofobia o l’ostilità contro la fede ortodossa. Non si possono discriminare Gorkij, Gogol, Dostoevskij, Tolstoj ecc. quali fossero responsabili di una guerra iniziata molti anni dopo la loro dipartita verso la casa del Padre, né dimenticare come teologi russi venuti in occidente (prevalentemente a Parigi) abbiamo non soltanto mantenuto quella spiritualità che è nuovamente divampata con tutta la sua potenza dopo la fine del regime sovietico, ateo e anticristiano, ma ha portato un vento di novità antica e rinnovata nel dibattito teologico contemporaneo (vedi Nikolaj Berdjaev, Mikail Bulgakov e Pavel Evdokimov).
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